10 DICEMBRE

1954

Elvis si esibisce tre volte all'Eagle's Nest Club di Memphis.

ORE 21.
"That's all right", "Blue moon of Kentucky", "Shake, rattle & roll", "I don't care if the sun don't shine", "Good rockin' tonight".

ORE 21,45.
"That's all right", "Blue moon of Kentucky", "Money honey", "Good rockin' tonight".

ORE 22,30.
"That's all right", "Milkcow blues boogie" (!), "Hearts of stone", "Blue moon of Kentucky", "I don't care if the sun don't shine", "Good rockin' tonight".

«Una piccola particolarità è legata a questa data: fu l'ultima apparizione di Elvis al "Nido dell'Aquila", uno dei primi locali ad accoglierlo sul proprio palco.
Un piccolo spazio pubblicitario annunciò la serata come "l'ultima data dell'anno a Memphis per Elvis"».

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

1955

Elvis si esibisce al "Municipal Auditorium" di Shreveport, Luoisiana, alle ore 20, per il "Louisiana Hayride".

«La "Sun Records" continuava ad essere una vera fucina di talenti per l'Hayride. Questa sera, infatti, salì in scena l'ultima scoperta di Phillips, la cantante Barbara Pittman»

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

1960

"G.I. Blues" è primo nella classifica americana.

1973

Inizia una stupenda seduta di registrazione negli studi "Stax" di Memphis, che terminerà il giorno 16. Da essa nasceranno i due album "Good times" e "Promised land".

Oggi, Elvis, incide due perle come "I got a feelin' in my body" e "It's midnight".
Sono passati solo 6 mesi ma questo, rispetto a quello di luglio, è un altro uomo !

1975

Elvis si esibisce all'Hilton Hotel di Las Vegas, alle ore 22,15, in uno spettacolo di 59 minuti, indossando il "V-neck".
Una registrazione amatoriale è stata pubblicata dnei compact discs NEON CITY NIGHTS ("MAC", 1992) e LAS VEGAS MOONLIGHT (Memory Records, 2005).






«Quella sera, Elvis salì in scena in forma vocale strepitosa. Dopo aver eseguito "See see rider", il brano d'apertura, cantò immediatamente "Can't help falling in love", con tanto di sigla finale di chiusura ed uscita dal palco di Elvis. Fece finta di andarsene ed il pubblico impazzì letteralmente a questa messa in scena, che Elvis concluse dicendo: "Non so che cosa sia successo... Pensavo che lo show fosse terminato..."
Il concerto fu piuttosto interessante. Elvis si lanciò nell'inaspettata esecuzione di un suo vecchissimo brano, "When my blue moon turns to gold again", che praticamente non aveva mai fatto parte del suo repertorio live, salvo qualche altra improvvisata. Naturalmente, oltre al pubblico, colse di sorpresa praticamente tutta la sua band ad eccezione di Ronnie Tutt che prese letteralmente in mano (o meglio, sul rullante) il pezzo. Una versione di quasi due minuti, una vera rarità !
Un gradito ritorno nello show fu quello di "My way" che aveva abbandonato a Las Vegas, circa due anni prima.
Ci vollero ben due false partenze per trovare la strada giusta nell'interpretazione di "just pretend", ma il risultato finale è tutto da sentire: un altro brano straordinario del suo repertorio, sottovalutato e sconosciuto ai più (anche tra i fans !). Probabilmente Elvis giocherellò nel corso di questa canzone poiché la registrazione ci fa sentire quanto divertito e sorridente sia il pubblico.
Infine dedicò "How great Thou art" ad un suo amico, il reverendo evangelista Rex Humbard»..

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".

1976

Elvis si esibisce in due spettacolo all'Hilton Hotel di Las Vegas.

DINNER SHOW, ore 20.
Durata del concerto: 60 minuti.
Abito indossato da Elvis: "Blue rainbow".
Una registrazione amatoriale è stata pubblicata nei CD "VEGAS REMEMBERING" (1995, "Claudia Records") e "THE TENTH OF NEVER" (2011, "Touchdown Productions").






«Dopo aver accennato "Jailhouse rock", l'ennesimo problema con l'impianto l'obbligò a fermarsi.
"Devo dirvi una cosa... Abbiamo un nuovo impianto e ad ogni concerto dobbiamo sistemate qualcosa".
Guardando sconsolato il suo monitor sul palco aggiunse: "Figlio di puttana..."


MIDNIGHT SHOW. Ore 1.
Durata del concerto: 67 minuti.
Abito indossato: Indian Feather.
Una registrazione amatoriale è stata pubblicata sul CD del 2011 THE TENTH OF NEVER, su etichetta "Touchdown" (vedi sopra).

«Un fan che aveva seguito gli spettacoli di quei giorni, riportò a proposto di questo concerto: "Ancora una volta insorsero numerosi problemi con l'impianto audio, tanto che ad un certo punto Elvis regalò il microfono ad un signore in prima fila. Qualcuno fece una richiesta, al che rispose (con fare deciso) che non avrebbe mai più cantato 'Steamroller Blues'".
La recensione scritta non ci dice se Elvis fosse serio oppure no quando fece questa affermazione, ma di fatto (con forse un'unica eccezione), non avrebbe mai più cantato questa canzone.
Per ciò che concerne il microfono e "Steamroller blues", la cosa fu più pesante di quanto fu generosamente riportato in alto: pare che le sue reali parole furono: "Qualcuno vuole questa cazzata... Perché questi microfoni valgono davvero poco... Non voglio più cantare questa canzone. Non la canterò mai più. Questa è la mia vita amici, la mia vita !".
Nel corso dell'esibizione ci fu anche un momento tragicomico. Elvis chiese agli Stamps di cantare "Sweet sweet Spirit" e di farlo al centro del palco. Nello spostarsi, inciamparono in qualche filo e fecero cadere dei microfoni, generando i rumoi tipici di quando questi sbattono al suolo. Erano appena stati sistemati i problemi tecnici che fino a quel momento avevano afflitto la sua performance, al che, sconsolato, Elvis si voltò verso il pubblico e con faccia disarmata, allargò le braccia come dire 'Non posso farci nulla se qui non funziona niente'».

Dal libro di Sebastiano Cecere "Elvis in concert 1945-1977".