Cara la mia benzina

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sibilla522
00giovedì 12 febbraio 2009 06:04
Cara la mia benzina

I benzinai minacciano di scioperare e gli automobilisti cercano modi per risparmiare. Perché la benzina costa tanto? Risparmiare si può? Lo abbiamo chiesto agli avvocati delle più importanti associazioni di consumatori.

Tutto è cominciato il 4 agosto scorso, quando circa 15 milioni di automobilisti hanno fatto il pieno per partire per le vacanze. Neanche a dirlo, le compagnie petrolifere hanno impennato il prezzo del carburante alla pompa. Niente di nuovo, purtroppo, perchè ad ogni estate, puntuale, ricomincia il tormentone sul costo della benzina. Poi, al rientro, si placa. Ma quest’anno i benzinai riportano di attualità il tema con la minaccia di una prossima serrata di 15 giorni contro il decreto Bersani, che liberalizza orari e punti vendita con l’intento di abbassare il costo al litro per l’automobilista.
L’Italia è uno dei paesi europei dove la benzina è più cara (ci precedono Olanda e Portogallo) e detiene il record assoluto per il gasolio. Buona parte del costo è data dalle imposte che gravano sul pieno. L’accisa di fabbricazione (si chiama così l’imposta statale) sulla benzina vale il 50% del costo. A questa bisogna aggiungere l’IVA del 20% che si applica alla somma del prezzo industriale e dell’accisa. Una sorta di tassa della tassa. E poi c’è il prezzo industriale al litro (cioè quel che costa produrlo concretamente) e che vale circa il 30% del prezzo finale. E nel pieno degli italiani grava di 4 centesimi in più rispetto alla media europea. (in Francia e in Germania il prelievo fiscale è addirittura più alto… eppure la benzina alla pompa costa meno)
Conti alla mano, quali sono le cause dei rincari o delle oscillazioni di prezzo? Il meccanismo è abbastanza complesso e le variabili sono tante. Prime fra tutte, le oscillazioni del cambio del dollaro, le quotazioni del greggio, il costo del prodotto finito, la quantità di scorte e l’oscillazione della domanda e dell’offerta. A questo si deve aggiungere l’interesse delle compagnie a mantenere alto, anche quando potrebbe scendere maggiormente, il prezzo del carburante e non farsi una vera concorrenza sui prezzi. Facciamo un esempio: 1 centesimo di variazione sul prezzo della benzina comporta, per i petrolieri, un maggiore o minore introito quantificabile in 172 milioni di euro! E’ facile capire che questa sia una inerzia estremamente redditizia. Ora, che il prezzo della benzina è stato liberalizzato, il governo non ha strumenti per intervenire, ma può pretendere dagli operatori una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori. Sempre vigile invece è l’Autorità antitrust che interviene nel caso rilevi azioni collusive da parte delle compagnie petrolifere per mantenere artificiosamente alto il prezzo dei carburanti.
Altra caratteristica tutta italiana che incide sul costo dei carburanti è data dalla rete di distribuzione, oltre 22.000 punti vendita sono disseminati sulle nostre strade, (mentre ce ne sono 15.000 in Germania, 14.000 in Francia, 10.000 i Gran Bretagna) con un basso erogato medio e una carenza di moderni impianti self-service (ci si serve da soli e si paga alla cassa) dove i margini di guadagno del gestore derivano anche (e soprattutto) dai prodotti diversi dai carburanti. In Italia la percentuale di questi self-service è del 18% contro il 99% in Francia e il 96% della Gran Bretagna.
Ed è proprio contro questa possibile trasformazione della rete di distribuzione italiana, che scendono in campo i gestori tradizionali perché vogliono il mantenimento (eterno?) del benzinaio con il berrettino e cartolina di Natale come portafoglio. E magari tra questi ci sono anche i parenti del Ministro Bersani, visto che la famiglia Bersani è titolare di una pompa di benzina! Con questo decreto, “sono in conflitto di interessi alla rovescia” scherza il Ministro.
Cosa ne pensano le associazioni dei consumatori?
La voce è pressoché unanime e CODACONS e UNC (Unione Nazionale Consumatori), associazioni che abbiamo interpellato, concordano sul fatto che una maggiore modernizzazione della rete possa giovare al consumatore. Favorevoli anche alla vendita di carburanti presso i centri commerciali, ma è necessario che questa rete di moderni distributori sia diffusa. “Ogni risparmio è bene accetto” sottolinea la dott.ssa Amelia Buratti di UNC (Unione Nazionale Consumatori) “ma se la distribuzione non è capillare il risparmio su un pieno viene vanificato dal tragitto che si percorre per andare a fare rifornimento. Queste iniziative”, ci tiene a sottolineare, “sono spesso più di immagine piuttosto che realmente incisive sul bilancio famigliare”. L’avv. Giampaolo Di Ascenzo del CODACONS, è più possibilista “però”, ci tiene a sottolineare, “poiché la diffusione dei distributori dipende dalla legislazione regionale, ci sono ancora molte regioni che ostacolano la liberalizzazione”. Cosa è stato fatto in concreto? “Prima di tutto i benzacartelloni che informano gli automobilisti dei prezzi delle differenti compagnie, scegliendo così dove è più conveniente fare rifornimento. Ma non è tutto” continua l’avvocato del Codacons, “gli automobilisti troveranno sempre più frequentemente le pompe bianche. Si tratta di distributori indipendenti che non hanno vincoli di marca e possono così acquistare carburante al miglior prezzo e praticare costi migliori”.

Entrambi, sia l’UNC che il COSACONS sono comunque concordi sul fatto che sia necessario modificare, per quanto possibile, lo stile di vita. “Sarà banale”, precisa il l’avv. Di Ascenzo, “ma il primo risparmio lo possiamo fare noi automobilisti scegliendo il self
service invece del servito e poi educandoci alla guida. Spingere sull’acceleratore non serve a nessuno, ancor meno al portafoglio”. I consigli per il risparmio fai-da-te sono molti e in rete girano veri e propri decaloghi per spendere meno. Per esempio l’ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) suggerisce alcune metodi per valorizzare la massimo il “pieno” della nostra macchina. Un esempio? Mantenere la velocità a 2/3 quella massima consentita (fare i 90 km/h invece dei 130) aiuta a risparmiare il 30%. Si risparmia, invece, il 10% se si evita di accendere al massimo il condizionatore (una volta refrigerato l’abitacolo e sufficiente tenerlo al minimo). E poi ci sono i pneumatici: una corretta pressione consente di risparmiare fino al 10%.
Percentuali che, tradotte in euro, possono essere approssimate ad un risparmio di 20€ ogni 50€ di pieno!
Meno rischi e più risparmio. Sembrerebbe la cosa più logica ma circolando per le nostre strade pare che la logica ci abbia abbandonato.
www.buonpernoi.it/ViewDoc.asp?ArticleID=7795


sibilla522
00venerdì 13 febbraio 2009 03:56
Ieri sera a striscia hanno fatto vedere il benzinaio più car [SM=g7564] o d'italia. Che faccia da bronzo che ha!!
sibilla522
00martedì 17 febbraio 2009 03:53
HANNO PRESO I DOVUTI PROVVEDIMENTI. ORA è A SPASSO E SPERO PER LUI CHE INCONTRI UN LADRO PEGGIO DI COME LO ERA LUI STESSO...........
principessadighiaccio
00lunedì 23 febbraio 2009 20:07
si l ho vistoooooooooooooo..incredibileeee
sibilla522
00venerdì 27 febbraio 2009 05:50
Se non fosse stato per striscia......avrebbe continuato ancora molto. Che schifo...............
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