Da una rivista prettamente femminile

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gi
00giovedì 30 gennaio 2003 12:07
Da "Donna" di febbraio, direttore Daria Bignardi (!).
The man I love
di Annalena Benini.
È tutta una questione dispalle. Le sue sono larghe come devono essere. Nessuno si senta offeso, ma tra il collo e le braccia reclamiamo angoli retti, discese ripide no grazie, da qualche parte ci si deve pur appoggiare. Francesco De Gregori lo sa, lo ha anche perfettamente scritto e cantato ("Un uomo con le spalle larghe, ecco cosa ci vorrebbe per te...") e lui le spalle larghe le ha (...). Antipatico sì, cretino no.
In considerazione di quei novanta gradi di spalle tutto gli si perdona e molto gli si rivaluta: gli si perdona Giovanna Marini e quella palla de "Il fischio del vapore" (...), gli si rivaluta "Bella ciao", che certo avrebbe potuto risparmiarsela, ma almeno ha cantato quella delle mondine, non quella con la sciarpa di cachemire dei girotondi. Gli si perdona di aver fatto un live inutile (...), in quel disco tutti cantano tutto e sbavano, e va a finire che gli massacrano le canzoni (poi invece arriva Vasco Rossi, da solo, pretese zero, 'zeta' assurda, rockeggia "Generale" e la migliora del trenta per cento...). Gli si perdona anche, ma solo perché è passato del tempo (...), di non averci cantato "Caterina" dodici anni fa, quando stavamo là, sotto il palco (...) a sgolarci invasate con addosso la maglietta del concerto: sopra c'era scritto "Canzoni d'amore" e noi quello chiedevamo, ma lui sdegnoso e perfido (De Gregori è così antipatico che ai concerti s'incazza se il pubblico canta) con la chitarra l'armonica e il cappello, disse «Non me la ricordo»; potremmo giurarci, nel dirlo sogghignò (...).

Tutti possono sbagliare.
Io ho sbagliato qualche decina di giorni fa.
Mi ero dimenticato di questa cosa.
Mi sa che lui, il degre, cambia le canzoni ai concerti non tanto perché in quel momento quel pezzo lui se lo sente così.
Mi sa che lui, il degre, è così antipatico che per non sentir cantare in coro (e meno male, che odio quei live con l'asilo mariuccia che si canta bellamente i ritornelli a ugole spiegate) dal suo pubblico le sue canzoni le cambia.
Ma le cambia anche perché non se le ricorda!
Così è se mi pare.

[SM=g27782]
gi
Renatone
00giovedì 30 gennaio 2003 13:06
Dolcezza e ruvidezza

Scritto da: gi 30/01/2003 12.07
Da "Donna" di febbraio, direttore Daria Bignardi (!).
The man I love
di Annalena Benini.
È tutta una questione dispalle. Le sue sono larghe come devono essere. Nessuno si senta offeso, ma tra il collo e le braccia reclamiamo angoli retti, discese ripide no grazie, da qualche parte ci si deve pur appoggiare. Francesco De Gregori lo sa, lo ha anche perfettamente scritto e cantato ("Un uomo con le spalle larghe, ecco cosa ci vorrebbe per te...") e lui le spalle larghe le ha (...). Antipatico sì, cretino no.
In considerazione di quei novanta gradi di spalle tutto gli si perdona e molto gli si rivaluta: gli si perdona Giovanna Marini e quella palla de "Il fischio del vapore" (...), gli si rivaluta "Bella ciao", che certo avrebbe potuto risparmiarsela, ma almeno ha cantato quella delle mondine, non quella con la sciarpa di cachemire dei girotondi. Gli si perdona di aver fatto un live inutile (...), in quel disco tutti cantano tutto e sbavano, e va a finire che gli massacrano le canzoni (poi invece arriva Vasco Rossi, da solo, pretese zero, 'zeta' assurda, rockeggia "Generale" e la migliora del trenta per cento...). Gli si perdona anche, ma solo perché è passato del tempo (...), di non averci cantato "Caterina" dodici anni fa, quando stavamo là, sotto il palco (...) a sgolarci invasate con addosso la maglietta del concerto: sopra c'era scritto "Canzoni d'amore" e noi quello chiedevamo, ma lui sdegnoso e perfido (De Gregori è così antipatico che ai concerti s'incazza se il pubblico canta) con la chitarra l'armonica e il cappello, disse «Non me la ricordo»; potremmo giurarci, nel dirlo sogghignò (...).

Tutti possono sbagliare.
Io ho sbagliato qualche decina di giorni fa.
Mi ero dimenticato di questa cosa.
Mi sa che lui, il degre, cambia le canzoni ai concerti non tanto perché in quel momento quel pezzo lui se lo sente così.
Mi sa che lui, il degre, è così antipatico che per non sentir cantare in coro (e meno male, che odio quei live con l'asilo mariuccia che si canta bellamente i ritornelli a ugole spiegate) dal suo pubblico le sue canzoni le cambia.
Ma le cambia anche perché non se le ricorda!
Così è se mi pare.

[SM=g27782]
gi



Ricordo moltissimi (troppi) anni fa, un concerto di De Gregori a Sarzana.
Alla fine il bis, poi uno dal loggione gli urla "Alice" e lui risponde "No, Aòice non la faccio." Quello dal loggione gli urla "Stronzo", lui risponde per le rime e il concerto finisce così, con un simpatico fuori programma.
Questa ruvidezza e questa presunta antipatia è proprio quello che mi rende simpatico il De Gregori. Lui canta, noi, se vogliamo ascoltiamo, altrimenti ascoltiamo qualcun altro. Il resto non conta. Mi pare che funzionasse così anche con Lucio Battisti, no? Invece quello dei coretti è Baglioni, lo preferite? [SM=g27777]

Ciao!

Renato

cinzia1
00lunedì 3 febbraio 2003 18:21
Re:

Scritto da: gi 30/01/2003 12.07
Da "Donna" di febbraio, direttore Daria Bignardi (!).
The man I love
di Annalena Benini.
È tutta una questione dispalle. Le sue sono larghe come devono essere. Nessuno si senta offeso, ma tra il collo e le braccia reclamiamo angoli retti, discese ripide no grazie, da qualche parte ci si deve pur appoggiare. Francesco De Gregori lo sa, lo ha anche perfettamente scritto e cantato ("Un uomo con le spalle larghe, ecco cosa ci vorrebbe per te...") e lui le spalle larghe le ha (...). Antipatico sì, cretino no.
In considerazione di quei novanta gradi di spalle tutto gli si perdona e molto gli si rivaluta: gli si perdona Giovanna Marini e quella palla de "Il fischio del vapore" (...), gli si rivaluta "Bella ciao", che certo avrebbe potuto risparmiarsela, ma almeno ha cantato quella delle mondine, non quella con la sciarpa di cachemire dei girotondi. Gli si perdona di aver fatto un live inutile (...), in quel disco tutti cantano tutto e sbavano, e va a finire che gli massacrano le canzoni (poi invece arriva Vasco Rossi, da solo, pretese zero, 'zeta' assurda, rockeggia "Generale" e la migliora del trenta per cento...). Gli si perdona anche, ma solo perché è passato del tempo (...), di non averci cantato "Caterina" dodici anni fa, quando stavamo là, sotto il palco (...) a sgolarci invasate con addosso la maglietta del concerto: sopra c'era scritto "Canzoni d'amore" e noi quello chiedevamo, ma lui sdegnoso e perfido (De Gregori è così antipatico che ai concerti s'incazza se il pubblico canta) con la chitarra l'armonica e il cappello, disse «Non me la ricordo»; potremmo giurarci, nel dirlo sogghignò (...).

Tutti possono sbagliare.
Io ho sbagliato qualche decina di giorni fa.
Mi ero dimenticato di questa cosa.
Mi sa che lui, il degre, cambia le canzoni ai concerti non tanto perché in quel momento quel pezzo lui se lo sente così.
Mi sa che lui, il degre, è così antipatico che per non sentir cantare in coro (e meno male, che odio quei live con l'asilo mariuccia che si canta bellamente i ritornelli a ugole spiegate) dal suo pubblico le sue canzoni le cambia.
Ma le cambia anche perché non se le ricorda!
Così è se mi pare.

[SM=g27782]
gi



caro giorgio, fai bene a sottolineare la tua intesa con la bignardi(come si sa, grande critica musicale!!!).una personalità di spicco come la sua,val proprio la pena di prenderla in considerazione. fai bene anche a sottolineare che scrive su un giornale prettamente femminile(ma chi lo decide poi?)per casalinghe frustrate che di de gregori capiscono solo le spalle larghe(che confermo, oltre al metro e novanta di statura!). fai proprio bene!fra colleghi ci si parano le spalle(larghe o strette).eh sì, perchè se non sbaglio anche tu scrivi per una rivista dello stesso calibro.ah...!che grande articolo ci hai postato, che profondità di pensiero! e io che di de gregori fino ad ora non avevo capito nulla...meno male che ci siete voi giornalisti ad indicarci la via.(e l'ortografia...o no?)
gi
00lunedì 10 febbraio 2003 18:34
orgetta e leccornia
Rispondo o non rispondo?
Sic transeat gloria mundi...
Aspetto il cadavere, qui, sulla sponda?
Ma il cadavere di chi, di cosa?
E a chi piacciono i cadaveri?
Forse a Rimbaud, a Baudelaire.
Al conte Dracula, forse.
Certo non a me
Nè mi piace vendicarmi.
A freddo o a caldo.
A tiepido. Il tepore dell'amicizia.
Ma questo rigido inverno raffredda ogni cosa.
Gli spifferi alle finestre, alle porte.
Non si è più tranquilli neppure a casa propria.
Nemmeno fra gli amici.
O forse l'errore è stato precedente.
Considerare il nero, nero.
Accorgersi poi ch'è grigio, anche se scuro.
A quel punto non rimane che colorare tutto di rosso.
Una bella rinfrescata e via!
Tutto torna come nuovo.
I segni indelebili non resistono al pennello.
Ci si sporca. Le mani, la faccia per il soffitto.
E il cappellino in testa. Le gocce sugli occhiali.
Simil sangue coagulante.
Questo ha un senso?
È un buon motivo ricoprire le macchie d'umidità?
Quelle figure in cui ci puoi vedere nascosto il mostro. I mostri.
Perché vanno sempre a coppie.
Uno spalleggia l'altro. Anche se non richiesto.
L'altro interviene. Sempre.
Hanno due teste? I denti aguzzi?
Sputano fuoco o posseggono altri giochetti?
Ciascuno se li modella.
Li disegna. L'intravede nella macchia.
Non nel bosco. Non nel verde.
Qui non c'entra il Mediterraneo.
E non c'entrano neppure i bicchierini.
Tanto per dare un tocco più conosciuto.
Qui si voleva ribadire il rispetto per la gente.
Le persone non sono tali per alcuni.
Professando uguaglianza. Ugualmente.
Non conosco la signora Bignardi.
L'ho vista qualche volta attraverso lo schermo televisivo.
Dunque, non la giudico.
Non proseguo oltre.
Mi pare d'aver annoiato a sufficienza.
Mi tengo uno spazietto.
Solo per ribadire che Annalena di musica ne sa. Tanto.
Ma questo non conta. Pare non essere importante.
Fondamentali sono altre cose.
Come saper palleggiare con la mano destra ma anche con la sinistra.
E poi, come dicevano una volta: chi li fa gli aspetti?
Chi decide che certi giornali sono femminili?
Ma guarda un po'!
Ho messo un'etichetta.
Il mio sbaglio è questo?
No. Mi spiace per chi interviene a vanvera.
Con dente avvelenato.
Non si sa perché. Non si sa come.
Ebbene, i giornali, le riviste, si suddividono in categorie.
E non sono io allo smistamento.
È così... se vi pare.
Generalisti, di settore, di nicchia (lol), mensili, settimanali, quotidiani, pornografici, sportivi, musicali, maschili e, sì, femminili.
Chiedere poi in qualsiasi edicola quante sono le casalinghe frustrate (e un po' di rispetto anche per loro no?) che acquistano riviste e oltremodo lecito e istruttivo. Anche a Voghera.
Per il resto, poco. Noia.
Frasi d'effetto. Come la battute di Borg.
Chenon facevano ridere nessuno.
La cattiveria porta brutti consigli.
La stanchezza e la lunghezza anche.
Quindi, signori e signori (e le signore?...),
buonabotte, compresa la moglie, che sia ubriaca o meno.

_____
gi
cinzia1
00lunedì 17 febbraio 2003 18:45
stasera radio 2 ore 20,30 concerto dg


Pentathlon

De Gregori

Puoi sudare sette camicie,
puoi stare fermo a non fare niente,
Puoi nasconderti fra quattro mura,
puoi nasconderti fra la gente.
Puoi dirigere una grande azienda,
o farti portare al guinzaglio.
Puoi morire per una scommessa,
puoi vivere per uno sbaglio.
il nodo della questione lo sai qual è?
Non cerchiamone una ragione, una ragione non c'è.
Tu non mi piaci nemmeno un poco,
e grazie al cielo, io non piaccio a te.
Ti puoi vestire come dice la moda,
e andare a spasso con chi vuoi.
ti puoi inventare una doppia vita,
per nascondere gli affari tuoi.
Puoi buttarti sotto al treno,
oppure puoi saltarci sopra.
e puoi rubare per quarant'anni
e fare in modo che nessuno lo scopra.
Il problema rimane identico,
il risultato lo sai qual è?
Non c'è niente da recriminare,
va tutto bene, così com'è.
tu non mi piaci in nessun modo
e grazie al cielo, io non piaccio a te!
Vorrei dirtelo in un orecchio,
cosa puoi farci con quel sorriso,
con quel sorriso da passaporto,
sempre incollato sul viso.
Credi davvero, che ti potrà aiutare,
se una volta dovessi scegliere da che parte stare?
se una volta dovessi smettere di bluffare?
E la radio ci fa ballare,
ci manda musica da mangiare,
la sera scende come un'emergenza sulla città.
La notte promette bene,
piena di ossido e di sirene
è già pronto il domani, lo stanno consegnando già.
io sono nato ieri, lo sai senz'altro meglio di me.
i segreti per restare a galla, li conosci meglio di me
ed è per questo che non mi piaci
e grazie al cielo, io non piaccio a te.

...e con questa splendida canzone,per mancanza di tempo e motivazione, chiudo definitivamente l'argomento.
come la penso su de gregori l'avete capito, non ho altro da aggiungere e non mi interessano altri pareri autorevoli.
[SM=g27768]




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