ELIO VELTRI: PREVITI O NON PREVITI, E' SEMPRE UNA PESSIMA LEGGE

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INES TABUSSO
00domenica 13 novembre 2005 22:32
L'UNITA'
13 novembre 2005
Previti o non Previti, è sempre una pessima legge
di Elio Veltri

Cesare Previti viene allo scoperto e si difende attaccando l'Udc, che con l'emendamento alla legge passata nei media con il suo nome(salvapreviti), gli sbarra la strada della prescrizione dei reati e gli apre la porta del rischio galera. Il ragionamento di Previti sembrerebbe non fare una grinza: «se la legge deve essere varata nell'interesse di tutti gli italiani, belli e brutti, bravi e intelligenti, stupidi e ignoranti, eccellenti e poveri cristi, a condizione che ne resti escluso Cesare Previti, diventa una legge contro di me e cioè contra personam, unam» (Corriere 7-11-05).

Previti aggiunge di non avere mai sollecitato l'approvazione della legge, ma non può accettare che diventi una legge contro di lui che, come tutti sanno, è un perseguitato politico. Il ministro Buttiglione replica che la legge «non è affatto contro Previti, ma a suo favore». E a chi gli chiede: «a suo favore, perchè?», risponde: «a suo favore perché sono convinto della sua innocenza. E lui stesso ha sempre dichiarato di volerla dimostrare in Tribunale e non di approfittare della prescrizione per uscire dal processo».

È chiaro che Buttiglione è un parente serpente, ma le cose non stanno come dice Previti. Se la ex Cirielli fosse una buona legge, dovremmo difendere anche Previti, dal quale tutto ci divide, perché noi siamo contro le leggi ad personam e ancora di più contra personam. Ma la proposta di legge ex Cirielli, detta «salvapreviti», è una pessima legge e non diventa migliore se dai benefici viene escluso Cesare Previti. Ma se Previti ne beneficia, oltre che una pessima legge, diventa anche una legge ad personam. A quel punto solo Dell'Utri, in questa legislatura, non verrebbe favorito dalla sua maggioranza. Forse per questo, nel 2004, tra il serio e il faceto, a chi gli chiedeva cosa ne pensasse della legge salvapreviti, rispondeva: «Sarei più contento se facessero un decreto salvadell'Utri».

Ritornando alla «salvapreviti», che sia una pessima legge, che azzererebbe quel poco di legalità che resta, ed è davvero poca, è sufficiente scorrere le pagine dei giornali, dal momento in cui la proposta è stata depositata in Parlamento dall'onorevole Cirielli che poi l'ha disconosciuta e ricordare che oltre cento penalisti, vicini ai due schieramenti, l'hanno bollata come incostituzionale e in grado di istigare a delinquere. Tra i giuristi che firmarono l'appello ricordo Vassalli, Grosso, Marinucci, Stella i quali non hanno mai assunto posizioni criticabili perché faziose. Ma più delle parole valgono i dati riguardanti le conseguenze dell'approvazione della legge sulla salute della Repubblica. In un precendente articolo ho pubblicato i dati della Corte di Cassazione. Ad essi voglio aggiungere quelli dell'Associazione nazionale dei magistrati presso le Corti di Appello di Milano e Bologna, che ha condotto studi accurati e analitici ed è pervenuta alle stesse conclusioni della Cassazione. A Milano, nei procedimenti penali pendenti, la legge produrrebbe le seguenti conseguenze: su 160 procedimenti per truffe di vario tipo, 42 si prescriverebbero subito con la nuova legge e altri 24 entro un anno, pari al 41,7%. Per gli omicidi colposi, la prescrizione colpirebbe il 42% dei procedimenti e nei casi di bancarotte fraudolente si prescriverebbe il 40 per cento dei processi. Ancora più gravi sarebbero le conseguenze riguardanti i reati di usura (la Lombardia per il pizzo è terza nella graduatoria delle regioni) con prescrizione dell'81 per cento dei procedimenti; di ricettazione e corruzione, con prescrizione del 47 e 78,8% dei procedimenti.

A Bologna le cose non cambiano. I magistrati bolognasi, nella premessa del documento rilevano che: il campione sul quale il ministro ha fatto i conti è molto ridotto perché prende in considerazione 16182 processi pendenti in Appello su 132182; il calcolo è stato operato sui processi e non sui reati pendenti, quando è risaputo che il rapporto processo/reati è 1/2,2; sono stati presi in considerazione solo i reati previsti dal codice ed esclusi quelli previsti dalle leggi speciali, come lo spaccio di stupefacenti. Quindi, scrivono i magistrati bolognesi: «partendo dai dati ministeriali ed eseguendo la necessaria proiezione, il dato si traduce in 49894 processi, pari al 37% della pendenza complessiva di 132182 processi». Ad essi è necessario aggiungere quelli che si prescriveranno nelle procure, in primo grado e in Cassazione, il che dà la misura delle conseguenze disastrose della legge, se approvata. A Bologna l'impatto sui processi della legge salvapreviti sarebbe del 40%, con un aumento del 300% delle prescrizioni. Un vero disastro, che si consumerebbe nel momento in cui tutti parlano di legalità.

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