Un sondaggio dell'Ipr Marketing svela una forte avversione verso gli immigrati
Per il 70% degli intervistati il problema è una priorità da risolvere con l'espulsione
I Rom peggio degli extracomunitari
"Sono un pericolo. Via i campi"
Inquietanti risultati: cresce l'intolleranza per gli stranieri nel nostro Paese
di BRUNO PERSANO
ROMA - Gli italiani non li vogliono. I Rom fanno paura. La maggioranza ammette che i nomadi costituiscono un problema, molto più degli extracomunitari. Il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it mostra che tra gli italiani si sta sviluppando un forte sentimento negativo nei confronti degli immigrati, anche se l'avversione verso i rom è maggiore.
La rivolta contro i campi nomadi a Napoli, le spranghe e le molotov lanciate sugli insediamenti campani, sembra abbiano radici profonde nell'Italia tutta, dal Nord al Sud.
LE TABELLE
Lo sgombero di cinquecento nomadi dai campi napoletani; i massicci controlli negli insediamenti romani; il blitz contro gli immigrati con centinaia di arresti e l'istituzione di commissari straordinari per il problema nomadi; il "pacchetto sicurezza" che presto il governo applicherà, sembrano trovare ragione nel sentimento comune che emerge dal sondaggio: il problema dei Rom e degli immigrati è una priorità per il 70% degli italiani.
I "diversi" fanno paura. Almeno tre intervistati su dieci temono i nomadi, il doppio di coloro che sono spaventati dagli extracomunitari. E vorrebbero che lo Stato li cacciasse, e li riaccompagnasse al confine con un foglio di via. Sono indesiderati per il 68% degli italiani. Gli intervistati non hanno fiducia nelle politiche di integrazione sociale dei nomadi: la percentuale non sale oltre il 27%.
Quello che chiedono gli italiani è smantellare al più presto i campi nomadi ed espatriare più Rom possibile, mentre i mille italiani intervistati mostrano più tolleranza verso gli extracomunitari. La percentuale che vorrebbe espellere gli immigrati senza lavoro è solo il 52%, ma coloro che sceglierebbero l'emigrazione di massa dei nomadi è un terzo di più.
fonte:
Repubblica.it