Mi sorge il dubbio che non sia giusto aprire ogni volta una discussione. Se è così fatemelo sapere che mi correggo.
Fino ad allora...
Non mi pare ci siano titoli di questa sezione che parlino di questo monumentale romanzo, né del suo autore e mi prendo la libertà di inaugurarne uno.
Di questi tempi mi sto appassionando della letteratura europea ottocentesca e non l'avrei detto. Sarà che il contemporaneo non mi stimola da qualche tempo e ne approfitto per colmare le enormi lacune sul passato.
Per l'amico Carlo avviso che spoilererò da qui in avanti
Stavolta mi sono dedicato ai Miserabili. Parto proprio dal titolo che è al tempo stesso corretto e fuorviante al massimo grado.
Ci sono si personaggi inquietanti, sgradevoli, abbietti, che meritano questa definizione. Sono degrati e infimi anche molto ambienti che fanno da location all'opera.
Tuttavia la definizione la ritengo valida più per la società descritta da Hugo che spinge inesorabilmente poveri cristi in inferni degni dei gironi danteschi, che non per gli uomini, le donne e i bambini descritti che si ritrovano in condizioni a dir poco oscene.
Venendo al succo del racconto, devo dire che mi ha messo a dura prova. Le apparenti divagazioni di Hugo e sua la straordinaria cultura che citava mille e mille avvenimenti e personaggi storici, ambienti parigini, vestiti ormai in disuso e convenzioni sociali sconosciute, più volte hanno attentato alla riuscita della mia impresa.
E meno male che ho resistito...
Siamo davanti ad un romanzo "storico" e della corrente romantica. O almeno credo.
Perché ci sono tanti elementi che portano a farmi dubitare.
È romantica l'attenzione dedicata al "sentimento". Tutte le passioni umane vengono esaltate e analizzate con piglio scientifico, fino ai più minuti particolari.
Ci sono gli ero romantici. Il romanzo ne è pieno. Basta ricordare i giovani ardimentosi che si immolano davanti alle barricate del '32. Dite titanici e non commetterete errori.
C'è la passione per la Patria. La Francia è quasi idolatrata. Hugo non ne nasconde i difetti, ma le riconosce d'essere il motore del futuro.
Eppure con questi elementi caratteristici convivono un affetto quasi incondizionato per l'età dei lumi - ritornano a più riprese i Voltaire, i Rousseau, i Condorcet - e si intravedono le novità..
In fondo è quasi un racconti "verista" - sebbene oltralpe si chiamasse diversamente - e questa fiducia incondizionato per il progresso, basato sulla scienza, sia già un annuncio di positivismo, se non un ritorno agli enciclopedisti...
Il protagonista è quanto di più sorprendente nell'Ottocento, ovvero l'essere più misero. Un ex forzato. Questa condizione sub-umana sara la maledizione di Jean Valjean per tutta la storia. Una storia di espiazione continua, di un uomo che perseguitato dal mondo si dimostrerà il più degno di stima. Quasi per contraltare.
Una giustizia crudele e spietata per una vita intera cercherà di trasformarlo nel mostro, ma l'influenza di persone dotate di vera umanità salverà rendendolo appunto migliore di chi lo giudicava.
Un personaggio commovente nel suo resiste alle ingiustizie, che sopporta tutte le umiliazioni e non si sottrae alle proprie responsabilità.
Inutile dire che si rimane incantati davanti a tali sforzi. Si soffre con lui. Ci si indigna. E soprattutto si rimane senza parole alla fine..
Essendomi già troppo dilungato, accelero un po' ricordando alcuni personaggi indimenticabili
L'abate che "converte" al bene Jean. Fantine povera ragazza prima illusa, poi derubata. Tanto da finire l'esistenza come prostituta.
L'implacabile Javier. Incorruttibile rappresentante della legge, sconvolto davanti alla prova provata che un evaso può essere un buon diavolo.
I tremendi Thenadier, moglie e soprattutto marito.
I loro poveri e sfortunati figli. Eponine a suo modo un'eroina, i due bambini reietti e su tutti: Gavroche.
Penso che chi legge questo libro non possa che amare incondizionatamente questo straordinario bambino. E non possa scendere una lacrima davanti al suo sacrificio estremo.
Aggiungo Mabeau, l'amante dei libri e tuttii giovani dell'ABC.
Finisco con i due giovani amanti, Cosette e Marius.
Concludo col dire che la sola epopea di Valjean vale da sola la lettura, però è l'insieme che giustamente ha posto questo libro tra i capolavori della letteratura.
Assolutamente da leggere!!!