Il Quirinale: "La polemica non oscuri le prerogative del capo dello Stato". Coordinatore del Pdl Verdini: "Ce ne freghiamo".

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-tulipanonero-
00sabato 4 dicembre 2010 00:32
Fini: "Governo non c'è più, no alle urne"

Richiamo del Colle sul ruolo del Presidente

Il numero 1 della Camera tranquillo sulla tenuta del Terzo polo in vista del 14 dicembre, e accusa Berlusconi di irresponsabilità.

Casini: "Letta premier? Andrebbe benissimo".
Il testo con le firme di 85 deputati: serve nuova legge elettorale.

ROMA - Non è più neppure una questione di opportunità o di valutazioni divergenti sul concetto di "ribaltone" o di "governo tecnico". A questo punto, con la crisi politica italiana che si intreccia con quella finanziaria che rischia di affondare l'Unione Europea, secondo Gianfranco Fini parlare di elezioni anticipate è semplicemente impossibile. "L'Italia ce la può fare se iniziamo a tenere sotto controllo il debito pubblico. E' fuori d'opera dire che se non ci sono le condizioni si va al voto", dice il presidente della Camera. "E' il momento in cui l'Italia deve mettere sul tappeto 120 miliardi di euro in titoli: e con questi chiari di luna si va verso la campagna elettorale? Bisogna che tutti si assumano le responsabilità e io - insiste il leader di Futuro e libertà - credo di essermele assunte negli ultimi tempi".

Richiamo del Quirinale, polemica sulle parole di Verdini. Intanto è polemica sulle parole di Denis Verdini. In serata il Quirinale lascia trapelare una frase: "La polemica non oscuri le prerogative del capo dello Stato". Segue commento del coordinatore del Pdl: "Ce ne freghiamo". Ovvero: "Anche i partiti hanno le loro prerogative", dice il coordinatore del Pdl riferendosi all'ipotesi che, in caso di caduta del governo, "il capo dello Stato nelle sue prerogative possa pensare che per risolvere i problemi di questo Paese si mandi a casa chi ha vinto le elezioni, Berlusconi e Bossi, e si mandi al governo chi le ha perse, Casini e Bersani". Commenta il capogruppo Fli alla Camera, Italo Bocchino: "Le parole di Verdini confermano l'assoluto disprezzo del Pdl per ogni regola, ancor più gravi perché relative alle prerogative che la Costituzione attribuisce al Capo dello Stato". Verdini ribatte: "E' la solita strumentalizzazione di parole pronunciate all'interno di un lungo e articolato discorso, estrapolate al punto da distorcerne il senso: non ho mai né pensato, né a maggior ragione detto che noi ce ne freghiamo delle prerogative del capo dello Stato. Ho spiegato che ce ne 'freghiamo politicamente', nel senso che se la Costituzione riconosce al presidente della Repubblica il diritto di seguire il percorso che ritiene più giusto, altrettanto la Carta suprema riconosce ai partiti, che nello specifico hanno il diritto di chiedere, anche a gran voce, di non escludere da un eventuale governo chi ha stravinto le elezioni".

Le precisazioni di Verdini, tuttavia, non convincono. Parole "vergognose e di gravità inaudita, una smentita peggiore delle affermazioni precedenti - dice il segretario Pd Pierluigi Bersani - la squadra di Berlusconi sta perdendo la testa". Da Verdini "uno schiaffo alla Carta, un vocabolario e un atteggiamento di stampo fascista", sostiene il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando. "Un'aggressione al capo dello Stato, alle sue prerogative e alla Costituzione, tipico di un certo estremismo berlusconiano - afferma il deputato Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Fli - se pensano di estendere il metodo Boffo anche al presidente della Repubblica, l'Italia reagirà". Affermazioni "sconvolgenti" e che "non hanno giustificazioni a meno che non fossero state pronunciate sotto i fumi dell'alcool", osserva Roberto Rao, dell'Udc. Parole "semplicemente incommentabili, volgarietà politica e istituzionale senza precedenti", dice la portavoce di Api Linda Lanzillotta mentre Antonio Satta, segretario Upc, chiede "più rispetto per le prerogative del presidente Napolitano, non è certo è certo Verdini a stabilire che cosa deve avvenire". Mentre l'editoriale di Domenico Maso pubblicato su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, parla dell'"ennesimo segnale di una deriva che va fermata, arrogante e strafottente, che non ha il minimo rispetto dei pesi e contrappesi che sono alla base del nostro sistema politico e istituzionale".
vinkor
00sabato 4 dicembre 2010 18:21
questi arroganti non hanno rispetto per nessuno
bisogna semplicemente prenderli a calci in cu.lo
e rimandarli nelle fogne da cui provengono
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