Incontro-dibattito con Augusto Nieddu

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00venerdì 12 gennaio 2007 10:41
Liberamente Tratto dal sito ufficiale del CNA

Incontro-dibattito con Augusto Nieddu




Mercoledì, 20 Dicembre 2006 - 20:39 ::: Inviato da : Sandro ::: 256 Letture


CNA InterviewPer il terzo appuntamento con CNA Interview si era deciso che il Presidente Augusto Nieddu sarebbe stato l'ospite prescelto. Con la vicinanza delle vacanze di fine anno e soprattutto la conclusione della Stagione Giovanile con la bellissima finale disputata a Bologna il 16 dicembre scorso, una chiacchierata con Augusto sarebbe stata utile a chiarire il presente del CNA e le prospettive future con uno sguardo già proiettato alla Stagione 2007.
Abbiamo inteso fare qualcosa in più invitando alcune personalità di spicco del nostro football a sedersi al tavolo con Augusto e porre anche loro delle domande al Presidente.

Cominciamo con Marcello Loprencipe, 48 anni, storico QB dei Gladiatori fino al 1988, quindi DS della franchigia romana fino allo scorso anno nel quale ha preso l'incarico di Responsabile per le Relazioni Esterne. Marcello è un grande animatore della scena nazionale e sempre attento al recupero e alla tutela della memoria e dei valori del nostro football; dal 2005 è membro del Board della HOF di NFLI, nonché egli stesso nella HOF dei Gladiatori e Presidente della Fondazione Senatori Roma.
Quindi Antonio Maggiora Vergano, 44 anni, giornalista sportivo conosciuto da tutti i frequentatori di campi di football italiano. Collaboratore di varie testate fra cui "il Tempo" la "Gazzetta dello Sport" e, non da ultimo per quanto pertinente sia a quest’incontro, ex arbitro di pallacanestro e profondo conoscitore del mondo arbitrale.
Poi abbiamo Fulvio Cavicchi, 26 anni, il più giovane al tavolo. Avvicinatosi al football da pochissimi anni, giocatore in linea d'attacco dei Warriors Bologna e Dirigente già apprezzato e stimato nel ruolo di Responsabile Marketing della Società felsinea. Animatore e spesso moderatore attento in diversi Forum pubblici, Fulvio rappresenta, probabilmente con altri suoi coetanei, il futuro della classe dirigente del nostro amato sport.
Infine abbiamo anche avuto il contributo di Mauro Mangiavacchi, 56 anni, Dirigente dei Giaguari Torino dal 1988 con l'anello al dito datato 1991. Ora addetto Stampa e Addetto Arbitri per la società piemontese.

Sandro Orlando: innanzitutto il mio personale ringraziamento ai nostri ospiti per aver accettato l'invito con entusiasmo ed un saluto anche a Mauro Mangiavacchi che ha aderito alla nostra iniziativa pur non partecipando direttamente al nostro tavolo di discussione. Iniziamo il nostro giro di domande con Fulvio Cavicchi.

Fulvio Cavicchi: Ad un semplice appassionato di football il CNA può apparire come un fornitore di servizio prestato al datore di lavoro NFLI. Per far diventare CNA un collaboratore del sistema football anche agli occhi del pubblico, quale strategia pensi possa o debba essere intrapresa?

Augusto Nieddu: Fulvio, in realtà già ora il CNA è un organo NFLI, seppure con autonomia economica, funzionale, tecnica, organizzativa, ecc., testimoniato dal fatto che il presidente CNA deve avere il gradimento del presidente NFLI e all'interno del Consiglio del CNA c'è un membro di nomina NFLI. Esiste un nostro rappresentante all'interno della Commissione Tecnica di Lega, collaboriamo fattivamente con Giorgio Longhi e il movimento Allenatori, il nostro sito è nfliofficials, e così via. Non siamo quindi fornitori di servizi, ma tesserati, al pari di giocatori, allenatori e dirigenti, in quanto appassionati del football, e i soldi che percepiamo non sono stipendi ma rimborsi spese che vengono poi ridistribuiti all'interno tra i nostri tesserati e per le spese di gestione del gruppo.
Sinceramente non saprei in che altro modo si possa rendere più esplicita la cosa, essendo già scritta nei documenti associativi di NFLI, tranne forse una comunicazione da parte degli organi societari nelle occasioni in cui è possibile o utile. Sinceramente a me interessa però più che il pubblico pensi che noi del CNA arbitriamo bene piuttosto che sapere come siamo inseriti in NFLI.

Fulvio Cavicchi: Come devono interagire NFLI e CNA? Devono interagire stabilmente, con rischio di ingerenze o, una volta pianificate le necessità, agire separatamente, nel reciproco rispetto di ruoli e competenze? Quali strategie ritieni più corrette per garantire la preziosa indipendenza del mondo arbitrale?

Augusto Nieddu: Il modello di interazione è quello già presente in altri sport e penso in particolare al Basket, Federazione per cui io sono tesserato nel settore arbitrale, in cui c'è un Comitato Arbitri con autonomia normativa, gestionale, amministrativa, disciplinare e di carriera, e che dipende dalla Federazione solo da un punto di vista logistico-amministrativo. Nel nostro caso poi anche i rimborsi versati dalle società vengono gestiti in modo autonomo.
Del resto non è neanche pensabile che una Lega organizzi un'attività sportiva senza dotarsi di organi deputati alla gestione di un settore così vitale come quello arbitrale, che in qualche modo partecipi col proprio contributo alla crescita del movimento nel suo complesso, ovviamente nel reciproco rispetto dei ruoli e competenze

Marcello Loprencipe: Augusto, le mie domande saranno incentrate essenzialmente sullo stesso argomento. L’approccio fin qui adottato dal mondo del football nei confronti della classe arbitrale va necessariamente cambiato e viceversa, nel senso che sono convinto che dovremmo tutti sforzarci nello spostare il ruolo dell’arbitro in campo da semplice giudice a componente dell’evento agonistico al pari dei giocatori. Dobbiamo togliere ai giocatori, nel senso buono del termine, la falsa convinzione che sia loro il ruolo di assoluti protagonisti di un incontro di football e che tutto il resto giri loro intorno per tale funzione. Seguo il rugby con la stessa profondità temporale del football, anche se non sempre con la stessa intensità, e devo dire che uno degli aspetti che più rende diversi i due sport della palla ovale è proprio la considerazione che si ha dell’arbitro in campo.
E’ chiaro che qui entrano in ballo questioni assai diverse come la storia, le strutture, la cultura stessa. Eppure...Ritieni possibile trasferire nel nostro sport il ruolo che l’arbitro riveste nel rugby? In questo senso, mi riferisco alla funzione di buon conduttore dell’avvenimento, con maggior dialogo in campo, maggior contatto con i teams prima e, perché no, dopo l’incontro.
Vedo l’arbitro come un maestro di regolamento in campo, senza alcuna ipocrisia, ed in quanto tale, artefice primario della buona riuscita dell’incontro.

Augusto Nieddu: Certamente credo che l'arbitro debba essere qualcosa di più e di diverso da un giudice. La sua funzione va da quella di attrezzatura tecnica indispensabile, mi si passi il termine, per poter svolgere una partita di football, a quella, come dici tu, di buon conduttore dell'evento sportivo, e in certi contesti - mi riferisco soprattutto alle giovanili e al football di chi inizia - e sotto certi aspetti, anche a quella di maestro di regolamento in campo. In parte lo stiamo già facendo, mi riferisco ai colloqui pre-gara con gli allenatori, il parlare continuamente con i giocatori in campo, colloqui a fine gara su aspetti controversi della partita, anche se spesso questo tipo di lavoro non viene considerato.
C'è comunque sicuramente molto da migliorare in questo ambito, soprattutto sulla percezione che i giocatori, il pubblico e i dirigenti di società hanno dell'arbitro - con gli allenatori direi che il rapporto è più facile -, da non vedere come un avversario ma come un tecnico super-partes a garanzia del rispetto delle regole e della parità di opportunità per le squadre.
Da parte arbitrale c'è probabilmente necessità di capire meglio quello che gli staff tecnici ci richiedono.

Marcello Loprencipe: avremmo già a disposizione dei mezzi, come il microfono in campo, sempre che i teams si preoccupino poi dell’amplificazione nello stadio, e tale microfono si potrebbe, proprio come nel rugby, tenere sempre accesso; sicuramente la crew in campo ne uscirebbe più da protagonista per il buon esito della partita che non per le decisioni prese.

Augusto Nieddu: Marcello, come annoti tu il tenere aperto il microfono, si potrebbe scontrare con difficoltà tecniche perchè è disponibile in pochissimi campi, ma direi io anche con difficoltà operative: nel rugby l'arbitro è uno solo, mentre noi siamo in 5 o 6, e tra noi intercorrono comunicazioni continue, di meccanica, di consigli, che non sempre possono essere decifrabili o interessare ai più.
Se c'è necessità di maggior comunicazione, si potrebbe pensare a spiegazioni più estese in occasioni di falli o di altre decisioni prese sul campo. A questo proposito le società si sono mai chieste quanto potrebbe essere utile invece uno speaker formato ad informare correttamente dal punto di vista tecnico sui fatti avvenuti in campo, oltre che a incitare il tifo locale?
Lascerei da parte il concetto di protagonismo in senso comune, anzi, avendo arbitrato diversi sport, uno dei concetti diffusi è che l'arbitro migliore è quello che "non si vede" e che fa filare via liscia la partita con la minore ingerenza possibile.

Marcello Loprencipe: Perché non cerchiamo di cambiare l’approccio “calcistico” dei giocatori con occasioni ad hoc in cui tutti, arbitri, dirigenti, allenatori e giocatori, abbiano l’occasione di condividere i momenti più belli del nostro sport? Già l’iniziativa presa qualche tempo fa che rende disponibili, nei limiti del possibile, crew arbitrali per amichevoli e camp a scopo prevalentemente promozionale, mi sembra un passo avanti.

Augusto Nieddu: Concordo con te, infatti mi sembra comunque che le iniziative intraprese quest'anno - il rapporto continuativo con la categoria tramite gli incontri con Giorgio Longhi, l'offerta di presenza sui campi durante gli allenamenti - vadano appunto in direzione una maggiore integrazione tra la categoria degli arbitri e quelle delle altre figure del mondo del football, e verso una maggiore comprensione e conoscenza delle rispettive esigenze e priorità.

Antonio Maggiora Vergano: Nel basket da sempre chi inizia la carriera di allenatore viene costretto ad arbitrare almeno 20 gare prima di avere il tesserino.
Perché non rendere possibile una soluzione del genere, ovviamente con meno gare, diciamo 5, anche nel football?

Augusto Nieddu: E' gia previsto da anni nel regolamento organico, non viene fatto perchè non esiste una cultura adeguata nè una preparazione sul regolamento similare a quella che viene fatta agli arbitri.
Per altro, in linea più generale, la Direzione Tecnica ha già reso operativo da molto tempo uno schema di crescita dei rookie – e sono considerati tali a tutti gli effetti anche gli ex-allenatori o gli ex-giocatori - che prevede appunto un periodo di rodaggio e perfezionamento di circa 20 partite da arbitrare in crew dove vi sia la presenza di arbitri più esperti. E' funzionale ad accedere stabilmente a livelli di arbitraggio più importanti anche, ovviamente, in serie maggiori. Non è esattamente il sistema del basket, anche per ovvie ragioni di quantità di arbitri, ma la filosofia è la stessa.

Fulvio Cavicchi: La composizione di crew stabili, certamente idonee a valorizzare adeguatamente l'affiatamento dei componenti, non rischia di limitare la crescita dei singoli, venendo a mancare un prezioso elemento di confronto? Al contrario, le crew miste create in occasione di finali o partite importanti, non rischiano di perdere quegli automatismi che ogni squadra affiatata deve avere? In breve, come si può ottenere il miglior bilanciamento possibile fra le varie esigenze?

Augusto Nieddu: In effetti il problema, da un punto di vista tecnico, sta esattamente nei termini da te descritti. Inoltre, nella composizione della crew "ottimale" entrano anche altri fattori, quali quelli di compatibilità tra gli arbitri, le distanze, le disponibilità dei singoli, ecc. Stiamo al momento valutando un sistema di ruoli fissi o blocchi fissi - Ref, Wing, Profondi, Centrali - ma di crew variabili, in modo da risolvere, se non tutti, almeno alcuni di questi problemi.

Antonio Maggiora Vergano: Perché non proporre le pagelle dei capi allenatori alla crew arbitrale da inviare al presidente per opportune valutazioni?

Augusto Nieddu: Non è escludibile a priori che in futuro, una volta strutturati i rapporti con i coach, attraverso il lavoro iniziato, come già detto prima, con Giorgio Longhi, si possa arrivare ad una cosa come tu suggerisci, magari associata da parte degli staff tecnici ad una "valutazione" della qualità delle crew che hanno arbitrato le rispettive gare. Questo soprattutto ora che la proposta viene proprio da parte societaria.

Marcello Loprencipe: Se chiedessimo ad NFLI l’introduzione anche di una sorta di pagella a cura del settore arbitrale, che tenesse conto del comportamento complessivo di un team - giocatori, allenatori,dirigenti e pubblico - durante ogni incontro di campionato, con un bonus a disposizione degli arbitri da attribuire a fine incontro: la somma dei punti di tali bonus potrebbe poi essere spesa in qualche modo dai teams, in occasione per esempio, di lievi squalifiche o anche per stilare una classifica finale nel rapporto teams/arbitri. Saresti d’accordo?

Augusto Nieddu: Abbiamo valutato già in passato tale possibilità, tipo premio coach dell'anno, o società dell'anno allo scopo di incentivare un miglioramento delle situazioni ai bordi del campo e l'effettuazione delle pratiche amministrative pre-gara in modo corretto.
Poi però abbiamo cassato l'idea, perchè poteva portare a malintesi ed equivoci.

Fulvio Cavicchi: Augusto la mia ultima domanda è ancora sull'organizzazione arbitrale. Al momento in Italia esistono due associazioni che si occupano del mondo degli arbitri del football americano, che in determinati casi collaborano anche. Al contrario esiste una sola organizzazione che gestisce i vari campionati. Questa divisione è utile al mondo arbitrale?Provoca secondo te dei disagi, differenti metodi, differenti applicazioni del regolamento, al mondo della palla ovale? Si potrà in futuro puntare ad una riunificazione?

Augusto Nieddu: Al momento esiste una sola organizzazione arbitrale all'interno della Lega, il CNA, che si avvale al bisogno di apporti esterni, in particolare AIAFA; in realtà ne esistono di più, se contiamo anche i colleghi americani delle basi NATO. La storia di come si è creata questa situazione è abbastanza lunga e controversa, risale a molti anni fa e ad un momento in cui il football versava in cattive acque ed era tutta un'altra cosa rispetto a quello attuale, e non mi sembra il caso di trattarla in questa sede.
Bisogna però dire che tra noi CNA e AIAFA esiste una differenza profonda e basilare e che spiega il perchè una sola organizzazione gestisce i campionati: il CNA è un organo interno ad NFLI, anzi è l'organo NFLI deputato alla gestione dell'attività arbitrale per statuto, come tale ci sarà sempre, e accetta chiunque voglia entrare nel movimento tesserandosi; mentre gli arbitri AIAFA hanno volutamente scelto di non tesserarsi e di rimanere una associazione esterna e indipendente, tra l'altro arbitrando anche per altre realtà e quindi con disponibilità limitate.
Che questa divisione porti dei disagi è evidente, anche perchè esistono differenze, a quanto mi risulta, nella gestione dell'attività arbitrale, cioè proprio le cose che hai evidenziato tu, altrettanto evidente è che non è utile in sè.
Purtroppo i presupposti politici, in senso footballistico, e storici dei due gruppi sono al momento molto differenti e non vedo possibilità immediate di riunificazione, anche se in verità sia da una parte che dall'altra si stanno facendo tentativi per superare, almeno sul piano operativo, le distanze che si sono accumulate

Sandro Orlando: Augusto, direi che ti hanno torchiato per bene, no?

Augusto Nieddu: Direi proprio di sì e vorrei esprimere il mio apprezzamento per la qualità delle domande ricevute e la mia personale soddisfazione nel vedere che ci sono idee abbastanza simili tra noi ed esponenti del mondo societario. Infine desidero augurare felici e serene feste natalizie a tutti voi, dirigenti, tecnici, giocatori, arbitri e semplici appassionati.

Come redazione di nfliofficials.net speriamo che questa “Tavola Rotonda” sia risultata interessante e che possa offrire spunti per ulteriori discussioni ed un sano e costruttivo confronto di idee.
Il prossimo appuntamento con CNA Interview è per fine gennaio, con ogni probabilità a valle del Clinic 2007 del CNA-NFLI che è programmato a Sassuolo nel week end 27 e 28 gennaio 2007.
A tutti, Buone Feste!
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