Ciclismo, doping: Ivan Basso ammette responsabilità
lunedì, 7 maggio 2007
ROMA (Reuters) - Il ciclista italiano Ivan Basso ha ammesso alla procura del Coni di essere coinvolto nella vicenda di doping collegata all'inchiesta spagnola "Operacion Puerto". Lo dice oggi il sito Internet del Comitato olimpico italiano.
Il vincitore dell'ultimo Giro d'Italia si è presentato spontaneamente negli uffici della procura e ha "ampiamente ammesso le sue responsabilità relative all'Operacion Puerto" rendendosi disponibile a collaborare con gli inquirenti, si legge su
www.coni.it.
Basso era stato posto sotto indagine da parte del Coni dopo essere rimasto coinvolto nell'inchiesta della magistratura spagnola, nell'ambito della quale alcuni medici sportivi sono accusati di avere praticato l'autoemotrasfusione per migliorare le performance degli atleti.
Le perquisizioni della polizia nei laboratori di Madrid e Saragozza avevano portato al sequestro di una grande quantità di steroidi, macchinari per le trasfusioni e 200 contenitori di sangue.
A causa del suo coinvolgimento nell'inchiesta, il comitato organizzatore del Tour de France aveva impedito all'atleta varesino e ad altri ciclisti, tra cui il tedesco Jan Ullrich, di partecipare all'edizione della gara del 2006.
A metà ottobre la procura antidoping del Coni aveva chiesto l'archiviazione degli atti che riguardavano il ciclista, ma il 24 aprile le ha riaperte, ipotizzando per Basso l'accusa di uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito (art. 2.2 del Codice Wada).
Finora Basso ha negato qualsiasi coinvolgimento, lamentandosi per "accuse ad orologeria".
Dopo la notizia della riapertura delle indagini, il ciclista è stato sospeso dalla sua squadra, la Discovery Channel, di cui è socio anche il sette volte vincitore del Tour de France Lance Armstrong, che aveva detto di aver preso la decisione in accordo con l'atleta.
Il 39enne varesino, che dovrà rinunciare a partecipare al Tour de France per la seconda volta consecutiva, ora rischia una squalifica di due anni.