Le truffe dei corsi di formazione

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00domenica 22 agosto 2010 19:09

Le truffe dei corsi di formazione

DAVIDE CARLUCCI e ANTONIO FRASCHILLA
(sunto)

La formazione è una fabbrica di precari.

Ci sono 2,3 milioni di persone in cerca di un posto, un mercato enorme per i professionisti dei corsi.

Gli unici a godere dei fondi stanziati sono gli organizzatori e negli ultimi anni i casi di raggiro si sono quintuplicati.

Ogni persona che perde il lavoro o non riesce a trovarlo per loro è una straordinaria.

Sono i professionisti della disoccupazione. Organizzano corsi di formazione, a volte finti, spesso inutili.


E mai come ora fanno affari: con la crisi, secondo le ultime rilevazioni Istat, il numero degli italiani in cerca di lavoro è salito alla cifra record di 2,3 milioni, e altri 230mila posti si bruceranno, secondo Confindustria, entro il 2010: per loro è una manna dal cielo.

Per loro è nato un sistema un sistema che attira ogni anno quasi 20 MLD di fondi pubblici.

La Lombardia ha stanziato nel 2009 112 milioni di € per le “doti formative”.

Sicilia e Campania 500 milioni l’anno.

Spesso sono una straordinaria montatura, con cifre gonfiate sulle ore di lezione o il numero di docenti.

Tutti i palazzi di giustizia italiani sono pieni di denunce.

Il deputato Pdl Giorgio Simeoni è accusato di aver ricevuto, da assessore regionale alla Scuola, nel 2005, una tangente da 100mila euro dai titolari della Euro Consulting group per chiudere un occhio sui corsi di formazione inesistenti, ma regolarmente finanziati con contributi comunitari, da loro organizzati.

In Liguria ogni partito aveva il suo consorzio da spingere, come dimostra un’inchiesta della procura di Genova che vede coinvolti, tra gli altri, l’assessore regionale alla Pesca Giancarlo Cassini e il consigliere Vito Vattuone, del Pd, e Nicola Abbundo, del Pdl, teorico, nei tempi in cui era assessore, del “modello ligure dell’eccellenza formativa”.

E se in Campania gli stage dei mille partecipanti al progetto “Isola” avvenivano solo sulla carta, in Puglia, ai tempi del cdx, i fondi per l’inserimento dei disabili finivano in tasca ad assessori, funzionari regionali e imprenditori: così sono spariti 5 milioni di euro.

Dopo gli scandali, Vendola ha cercato di far pulizia tra i cosiddetti enti storici della formazione.

Molto rigoroso nel valutare i risultati della formazione professionale è il Friuli-Venezia Giulia.

La percentuale di inserimento dei cassintegrati e dei disoccupati friulani è molto alta.

Ma è così in tutt’Italia?

La risposta della procura della Corte dei conti siciliana è no: per ogni corso di formazione solo un disoccupato e mezzo trova effettivamente lavoro.

I costi della collettività per ogni occupato, secondo i calcoli dei magistrati contabili, ammontano a 72mila euro. Soldi che in Sicilia vanno a 400 enti privati i quali danno lavoro a 7300 persone, ai quali andrebbero aggiunti i 1800 impiegati agli sportelli multifunzionali affidati ai privati dalla Regione, che nel frattempo spende altri 60 milioni di euro perfinanziare i centri per l’impiego pubblici.

L’isola è tra la regioni con il più alto tasso di disoccupazione, il doppio rispetto alla media italiana.

E così l’Europa attraverso il Fondo sociale dal 2003 al 2010 ha fatto piovere in Sicilia 1,5 MLD di € per finanziare i corsi. Il risultato? Un boom di enti che fanno capo a politici targati Mpa, Pdl, Pd e Udc, Cisl e Uil e associazioni cattoliche (dai salesiani alle Acli).

Tutti enti accreditati dalla Regione per far diventare i disoccupati siciliani marinai, artigiani, parrucchieri, esperti informatici, colf o badanti.

La maggior parte dei formatori sono stati assunti tra il 2006 e il 2008, a ridosso delle grandi tornate elettorali che hanno portato sul trono della Regione prima Salvatore Cuffaro e poi Raffaele Lombardo.


Un ginepraio che garantisce un sussidio che va dai 400 ai 1.000 euro al mese per oltre quarantamila corsisti che ogni anno si siedono sui banchi d’oro pagati dalla Regione-

La montagna ha partorito un topolino anche nell’efficiente Lombardia, dove 64mila persone hanno beneficiato, nel 2010, della “dote lavoro”, per un totale di 45,8 milioni di euro impegnati.

La metà dei fondi tuttavia, sono stati gestiti da dieci operatori.

Chi sono?

I soliti noti, enti di area Cl – o più in generale cattolica – come l’Enaip, lo Ial-Cisl, Obiettivo Lavoro.

Gli enti di formazione servono davvero a qualcosa o hanno finito per creare una “sovrastruttura”sganciata dalle esigenze reali del mercato del lavoro?


La media dei disoccupati ha un bagaglio di ore di formazione triplo rispetto a quello di un lavoratore.

Per ogni corso organizzato in Lombardia 3000 euro vanno al candidato, mentre gli altri 7000 vanno agli organizzatori.

 

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/08/20/news/tangenti_truffe_poco_lavoro
_la_formazione_una_fabbrica_di_precari-6385604/?ref=HRER1-1

=omegabible=
00domenica 22 agosto 2010 22:51
RE

Ho avuto delle "confidenze" da delle persone che ci sono dentro e purtroppo devo convalidare quanto esposto.
Nel paese di Franceschiello ci vogliono i corsi da Arlecchino!!!!
[SM=g7364] [SM=g7364] [SM=g7364] [SM=g7364]

omega [SM=g28001]
c_m
00lunedì 23 agosto 2010 10:50
I soliti delinquenti parassiti dei beni della collettività,pagati pure con i soldi dei cittadini.
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