REPORT: CATTIVI CONSIGLI (D'AMMINISTRAZIONE)

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INES TABUSSO
00lunedì 23 ottobre 2006 11:19
CATTIVI CONSIGLI

www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html

di Giovanna Boursier
In onda domenica 22 ottobre alle 21.30

società


Eni, Enel, Alitalia, Anas, Ferrovie dello Stato, Sviluppo Italia sono le grandi aziende pubbliche che dovrebbero far funzionare i servizi nel nostro Paese e sviluppare attività.

Nei loro Consigli d’Amministrazione siedono manager noti e ben retribuiti che in genere vengono sostituiti quando cambia il governo. Il numero minimo di consiglieri previsto per far funzionare un Cda sarebbe di 3, ma alle Poste sono 11 così come per Fincantieri. La Rai ne ha 9, il Poligrafico dello stato 10, Alitalia e Ferrovie 5. All’Eni i consiglieri sono 12 e all’Enel 9.

I Cda costano tanto,anche perché ogni azienda a sua volta ha delle società controllate e cosí i consiglieri aumentano: 111 per le Poste, 197 per la Rai, 165 per l’Enel e addirittura 316 per le Ferrovie. Il Cda dell’Enel, per esempio, costa dai 3 ai 15 milioni di euro ogni anno, dipende dalle liquidazioni che vengono elargite ai grandi manager. L’anno scorso l’ex amministratore delegato Paolo Scaroni se n’è andato con 5 milioni 997 mila e 675 euro ed anche l’amministratore delegato di Ferrovie, Elio Catania, è stato liquidato con più di 5 milioni di euro.

Alitalia è in passivo ma l’amministratore delegato, Giancarlo Cimoli prende 2 milioni e 800.000 euro l'anno,quattro volte lo stipendio dell'amministratore delegato di KLM e il triplo rispetto a quello di British Airways, due compagnie che hanno bilanci in utile.

Siamo il paese d’Europa con i manager e gli amministratori più pagati ma ai buoni stipendi non sempre corrispondono buoni risultati. Cos'è per esempio Sviluppo Italia? Cosa fa e quali cifre manovra? Cosa succede nei consigli d'amministrazione di Anas?




TESTO INTEGRALE:

www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243^1068730...



STRALCIO:

"Giancarlo Cimoli se ne andò da Ferrovie nel 2004. Il suo mandato era scaduto e non fu rinnovato. Non aveva fatto marciare meglio ferrovie ma gli fu data una buonuscita di 6,7 milioni di euro. Lunardi lo manda a risanare Alitalia, gia’ sommersa dai debiti: aveva previsto che il 2006 sarebbe stato l’anno del pareggio invece, dopo 2 anni dal suo arrivo, Alitalia è sull’orlo del fallimento".


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vedi anche:
LA STAMPA
del 18/10/2006
MR. DIESEL SEMPRE - IN - PIEDI
(CHIARELLI TEODORO)
a pag. 20

www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1353042&sezione=...


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"GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Quando sei sulla Salerno - Reggio Calabria o sulla Bologna- Firenze fai fatica a capire perché nessuno ricorda nemmeno più quando hanno aperto il primo cantiere. Stessa storia per la tangenziale di Mestre.

SILVIO BERLUSCONI
(da Porta a porta del 2003)
Abbiamo 1 sbloccato il fatto autorizzativo, abbiamo trovato i capitali, stiamo completando il progetto, a primavera 2004 partiranno definitivamente i lavori.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Siamo a settembre 2006 e sulla tangenziale di Mestre ci sono i 4 chilometri di coda di sempre. chi passa di qua sa di dover perdere in media un’ora del suo viaggio. Mestre era 1 delle grandi opere della legge obiettivo del 2001: il passante costa 750 milioni, ne abbiamo spesi 150 ma solo 63 per i lavori. E siamo fermi. Per le Grandi opere mancano più di 100 miliardi di euro e nemmeno il 30% risulta finanziato. Ci sono state anche finte inaugurazioni come la Palermo Messina. Secondo i magistrati gli ultimi 41 km non avevano i requisiti minimi di sicurezza: semafori, vie di fuga e così via. Gli indagati sono 8. Azionista unico di Anas è il Ministero del Tesoro che decide chi la deve dirigere insieme al Ministero delle Infrastrutture, con il nuovo governo Lunardi se ne va e arriva Di Pietro. Chiede la verifica dei conti e i conti non gli tornano. Non ci sono i soldi per andare avanti con i cantieri. Consegna i dati alla Procura e invita il Consiglio di Amministrazione dell’ Anas ad andare a casa.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
L’Anas ha cercato di moltiplicare pane e pesci per cercare di venire incontro alle persone politiche per fare le opere non avendo i soldi ha dato anticipi in relazione a opere non coperte completamente.

GIOVANNA BOURSIER (fuori campo)
Il consiglio di amministrazione di Anas a luglio si è dimesso. Di Pietro dice che il buco è di 5 miliardi di euro e parla di consulenze e buonuscite per i manager e sospetta il falso in bilancio.

MARIO VIRANO – Consigliere Anas fino al 2006
Il falso in bilancio non esiste. Questi rilievi sono stati controdedotti dalla direzione generale, dal collegio sindacale, dalla Corte dei Conti e sono stati riassunti all’interno di un bilancio che è stato certificato dalla Kpmg senza riserve.

GIOVANBATTISTA PAPELLO - Consigliere Anas fino al 2006
Noi ci siamo trovati di fronte ad una situazione nella quale si diceva, gli uffici e il direttore generale e la società di revisione ci specificavano che c’erano 4 miliardi e mezzo di residui passivi tenuti lì da parte da anni su lavori non utilizzati e questo era un delitto, mi passi il termine.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
A un certo punto è stato detto siccome quelle opere di cui ai residui passivi non si fanno più con quei soldi ci facciamo un’altra cosa. In realtà con quei soldi ci stavano già facendo la prima cosa. Sicché con gli stessi soldi ci hanno fatto due cose contemporaneamente, ma siccome i soldi erano sempre quelli ci siamo trovati con un debito. Con un indebitamento di 3 miliardi e mezzo di euro circa".





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