Racconti dei Vedovi Neri - Isaac Asimov (ma anche Fantascienza, Dante e i Massimi Sistemi Letterari)

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Juan Galvez
00venerdì 29 settembre 2006 16:45
All'attenzione particolarmente della Koalessa e di Muasie

Minimum Fax ha ristampato la prima antologia!

In libreria:


V.
koala3
00sabato 30 settembre 2006 00:04
Re:

Scritto da: Juan Galvez 29/09/2006 16.45
All'attenzione particolarmente della Koalessa e di Muasie

Minimum Fax ha ristampato la prima antologia!

In libreria:


V.


che combinazione!
[SM=x75028]
ecco cosa potrei comprare sabato l'altro [SM=x74931]
Juan Galvez
00sabato 30 settembre 2006 08:24
Re: Re:

Scritto da: koala3 30/09/2006 0.04

che combinazione!
[SM=x75028]
ecco cosa potrei comprare sabato l'altro [SM=x74931]

Yep!!!

;-)

V.
Muasie
00sabato 30 settembre 2006 16:15
Re:

Scritto da: Juan Galvez 29/09/2006 16.45
All'attenzione particolarmente della Koalessa e di Muasie

[...]

Merci bien, signor Eternauta! ;-)
koala3
00martedì 17 ottobre 2006 12:26
Letti i dodici racconti di Asimov, dodici riunioni del club dei Vedovi neri, dodici misteri piccoli o grandi svelati dall'intuitivo cameriere.
I misteri sono spesso pretesti, più o meno stimolanti nella loro risoluzione logica, per il lettore è sempre difficile arrivare alla soluzione.
Ma oltre a questo quel che rende la lettura molto piacevole, oltre alla normale curiosità, è stare in compagnia degli amici che compongono il club. Tipi sottilmente e simpaticamente caratterizzati, con piccoli tic e abitudini, legati da amicizia, scherzi e provocazioni giocose. In questo mi ricordano un po' certe pagine del Circolo Pickwick. Henry invece, infallbile, sensibile, impeccabile, è un po' una sorta di Jeeves, non c'è alcun dubbio!
Una lettura piacevole che svela un Asimov diverso, anche nelle note, che ce lo avvicinano molto.


p.s.: Mi sembra che con in nuovo assetto la sezione libri si stia molto arricchendo, anche come partecipazione e confronto! [SM=x74870]

[Modificato da koala3 17/10/2006 12.38]

Juan Galvez
00martedì 17 ottobre 2006 13:21
Re:

Scritto da: koala3 17/10/2006 12.26



p.s.: Mi sembra che con in nuovo assetto la sezione libri si stia molto arricchendo, anche come partecipazione e confronto! [SM=x74870]

[Modificato da koala3 17/10/2006 12.38]


Pare anche a me!

E sono contento che ti siano piaciuti :-)

V.
frank ch
00martedì 17 ottobre 2006 13:57
Ne avevo letti diversi molti anni fa: il ricordo è buono.
Sashimi
00giovedì 19 ottobre 2006 11:00

Scritto da: Koala
Una lettura piacevole che svela un Asimov diverso, anche nelle note, che ce lo avvicinano molto.



Well, il Good Doctor era famoso per come e quanto amava scrivere a proposito dei propri libri e racconti, introducendo, commentando, spiegando il processo creativo ed editoriale e raccontando gustosi aneddoti, sempre nel suo stile affabile. Questo si vede in special modo nelle antologie di racconti.

Credo che solo Stephen King, tra gli scrittori famosi, abbia fatto altrettanto: di libri suoi ne ho letto pochi, ma mi sono gustato diverse introduzioni. [SM=x74933] I maligni penseranno che e' un modo come un altro per fidelizzare il lettore, e probabilmente un fondo di verita' c'e', ma il risultato e' comunque soddisfacente.

Venendo ai vedovi, me li sto centellinando per gustarli meglio.

Una cosa che mi e' quasi subito venuto spontaneo chiedermi e': avrebbe successo, oggi, uno scrittore "americano" che inserisse nei suoi racconti citazioni dell'Iliade, battute su Giulio Cesare, trame basate sul significato grammaticale e logico di una congiunzione? Una domanda un po' oziosa, lo ammetto. E no, Dan Brown non fa testo [SM=x74923]

Sashimi
Juan Galvez
00giovedì 19 ottobre 2006 11:08
Re:

Scritto da: Sashimi 19/10/2006 11.00

Una cosa che mi e' quasi subito venuto spontaneo chiedermi e': avrebbe successo, oggi, uno scrittore "americano" che inserisse nei suoi racconti citazioni dell'Iliade, battute su Giulio Cesare, trame basate sul significato grammaticale e logico di una congiunzione? Una domanda un po' oziosa, lo ammetto. E no, Dan Brown non fa testo [SM=x74923]

Sashimi

Una buona domanda. Probabilmente no, a meno di non essere già un autore di successo.

V.
sergio.T
00giovedì 30 novembre 2006 22:36
Mai letto nulla di Asimov, forse la fantascienza...
Bah!

Mi hanno parlato bene della Triologia, ma sono assolutamente ignorante sulle sue opere.
Di che si tratta?

[Modificato da sergio.T 30/11/2006 22.36]

Juan Galvez
00venerdì 1 dicembre 2006 08:12
Re:

Scritto da: sergio.T 30/11/2006 22.36
Mai letto nulla di Asimov, forse la fantascienza...
Bah!

Mi hanno parlato bene della Triologia, ma sono assolutamente ignorante sulle sue opere.
Di che si tratta?

[Modificato da sergio.T 30/11/2006 22.36]


Asimov è uno degli autori capitali dell'immaginario (americano, ma non solo) del XX secolo. Lui come Heinlein, Dick, Ballard, Sturgeon, Lem, Simak e pochi altri (aggiungerei Bradbury, Matheson, Clarke Pohl&Kornbluth, Sheckley). Altri sono stati scrittori non inferiori - e spesso anche superiori - a costoro, ma non hanno avuto la stessa influenza sul campo della narrativa speculativa, anche avendo la stessa o perfino maggiore visionaria capacità di analisi della nostra società e realtà (penso in particolare a Brunner, Silverberg, Aldiss, Bester, Walter Miller, Ursula Le Guin, Delany, Disch, Spinrad, Farmer, Zelazny, Cordwainer Smith).

L'influenza loro e di altre figure di rilievo si rintraccia non solo nell'opera dei pochi narratori d'anticipazione di alto profilo affermatisi a partire dagli anni '80 e ancora in attività (e già questo numero oggi così ridotto dice molto sull'impoverimento assoluto della letteratura fantastica), ma anche, seppur a volte imbastardita fino all'estremo, in tutti gli infiniti rivoli - cinematografici, fumettistici, televisivi, nei nuovi media - delle arti e tecniche visive.

V.
Carlo Maria
00venerdì 1 dicembre 2006 23:35
Re:

Scritto da: sergio.T 30/11/2006 22.36
Mai letto nulla di Asimov, forse la fantascienza...
Bah!

Mi hanno parlato bene della Triologia, ma sono assolutamente ignorante sulle sue opere.
Di che si tratta?

[Modificato da sergio.T 30/11/2006 22.36]




Beh, Vinnie è il nume tutelare della sf. E' un genere però molto popolare fra noi, com'è vero che anche ozy, muasie, takfir ed altri l'addentano, in base ai propri gusti.
La trilogia è un must. Ed hai fatto già bene a parlare di 3 libri in quanto il Ciclo di cui fanno parte (dovrebbe essere quello "dell'impero") è composto da 6-7 volumi fra prequel e sequel, ma questi sono successivi e di qualità inferiore.
Asimov è scrittore splendido: possiede un stile chiarissimo che gli ha permesso di passare dalla saggistica (era scienziato) alla narrativa senza risultare pesante (come per esempio spesso Eco). Ha scritto molte delle basi della fantascienza moderna, teorie che fra gli aficionados ora si danno per assodate come fossero realtà certe, dal cervello positronico alle tre leggi della robotica.
Io ti consiglierei però di non sottovalutare l'autore riducendolo ai tre ottimi volumi in questione. Come già detto, Isaac è anche altro: forse apprezzeresti i primi 2 volumi di novelle Io, robot. I vedovi neri, poi, è una gustosa parentesi gialla, gestita con stile e sobrietà. E il ciclo dei robot (4 libri, se non erro) è anch'esso molto valido, tutto quanto.
Carlo Maria
sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 10:24
Grazie di tutte queste informazioni.
Lo leggeremo un po', questo Asimov, alla prima occasione
Juan Galvez
00martedì 5 dicembre 2006 10:54
Re:

Scritto da: sergio.T 05/12/2006 10.24
Grazie di tutte queste informazioni.
Lo leggeremo un po', questo Asimov, alla prima occasione

In caso, prova questo che non è parte di alcun ciclo di più opere e resta uno dei suoi romanzi migliori:



Oppure questo (stesso discorso):



V.
sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 11:03
Galvez,la prima volta che passo in una libreria mi fermero' davanti ai titoli di Asimov e mi portero' a casa qualcosa.

Per me la fantascienza , tranne un Dick, sara' una scoperta, come lo e' la lettura di Maus per i fumetti.

A proposito: procede anche se non velocissima, per mille motivi.
Juan Galvez
00martedì 5 dicembre 2006 13:22
Re:

Scritto da: sergio.T 05/12/2006 11.03


Per me la fantascienza , tranne un Dick, sara' una scoperta, come lo e' la lettura di Maus per i fumetti.


Facciamo un gioco.

La Fattoria degli animali
1984
Mondo nuovo
Noi
Il Signore delle Mosche
Il vagabondo delle stelle
Il tallone di ferro
Farenheit 451
Viaggio al centro della Terra
La nube purpurea


Quanti ne hai letti?

V.
sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 14:14
Ne ho letti 4 Galvez dei titoli che riporti.
Juan Galvez
00martedì 5 dicembre 2006 14:18
Re:

Scritto da: sergio.T 05/12/2006 14.14
Ne ho letti 4 Galvez dei titoli che riporti.

Allora hai letto almeno quattro romanzi di fantascienza oltre a quel che hai letto di Dick.

V.
sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 14:23
Un attimo, Galvez, dipende.
Takfir
00martedì 5 dicembre 2006 14:26
Bhè...
Quasi il 50% [SM=x74933] [SM=x74933]
Quindi non sei di sicuro a digiuno di fantascienza.
A meno che tu per fantascienza non intenda, in maniera restrittiva, solo il sottogenere astronavi & robot.
In realtà il racconto fantastico è sicuramente una delle prime forme di espressione umana.
Pensa all'epopea di Gilgamesh o al viaggio degli Argonauti.
Al ciclo dei Cavalieri della Tavola Rotonda o all'Orlando Furioso.
E fantascienza la fanno Poe e Loverkraft.
L' Oscar Wilde de Il Ritratto di Dorian Gray e il Kafka de La Metamorfosi.
Per non parlare di gran parte del Romanzo Gotico ( Il Golem )
E fanno fantascienza Palazzeschi e Calvino.
Umberto Eco e Stefano Benni.

[Modificato da Takfir 05/12/2006 14.29]

sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 14:38
Re:

Scritto da: Takfir 05/12/2006 14.26
Bhè...
Quasi il 50% [SM=x74933] [SM=x74933]
Quindi non sei di sicuro a digiuno di fantascienza.
A meno che tu per fantascienza non intenda, in maniera restrittiva, solo il sottogenere astronavi & robot.
In realtà il racconto fantastico è sicuramente una delle prime forme di espressione umana.
Pensa all'epopea di Gilgamesh o al viaggio degli Argonauti.
Al ciclo dei Cavalieri della Tavola Rotonda o all'Orlando Furioso.
E fantascienza la fanno Poe e Loverkraft.
L' Oscar Wilde de Il Ritratto di Dorian Gray e il Kafka de La Metamorfosi.
Per non parlare di gran parte del Romanzo Gotico ( Il Golem )
E fanno fantascienza Palazzeschi e Calvino.
Umberto Eco e Stefano Benni.

[Modificato da Takfir 05/12/2006 14.29]




si, Takfir, piu' o meno ci sei andato vicino: infatti dipende quale accezione si da' alla fantascienza.
Ad esempio il Signore delle Mosche; per me non e' assolutamente fantascienza, e nemmeno fantastico.
Di Palazzeschi, probabilmente, fai riferimento al Codice di Perela'. ( comprendo cosa intendi)

Romanzi, invece, come Kafka, o un Wilde, li definisco piu' come surreali, o meglio dell'assurdo come spunto per un realismo
Per me lo si potrebbe dire anche di un Saramago.
micruo
00martedì 5 dicembre 2006 16:58
Re: Re:

Scritto da: sergio.T 05/12/2006 14.38

Romanzi, invece, come Kafka, o un Wilde, li definisco piu' come surreali, o meglio dell'assurdo come spunto per un realismo
Per me lo si potrebbe dire anche di un Saramago.


Sono completamente d'accordo a metà con te [SM=x74932]
Nel senso che anch'io li definirei surreali. Ma, allo stesso tempo, è tipico di certa fantascienza (della buona fantascienza, vorrei dire [SM=x74929]) usare degli spunti surreali per parlare della realtà (cioé di usarli come metafore). Ad esempio, ho sul comodino "Le intermittenze della morte" di Saramago, che leggerò quanto prima. Sono abbastanza sicuro che sarà un buon libro, per cui sia detto senza sminuirlo, ma da quel che ho letto della trama, mi ricorda "Why call them back from Haeven?" di Clifford Simak, in cui lo stesso tema è trattato in maniera assolutamente magistrale
sergio.T
00martedì 5 dicembre 2006 17:54
Buona lettura con Saramago, Micruo.
mujer
00martedì 5 dicembre 2006 17:55
Forse ci si confonde sulle differenze che ci sono tra la fantascienza e il realismo magico, o fantastico come si usa anche dalle parti di Saramago.
E' fantascienza tutto ciò che non è ancora presente, un fantastico che non è reale.
Tutt'altro per il realismo fantastico, appunto, che presuppone che ciò che non è palese esista, ma non è percebile.
La fattoria degli animali, allora, non è fantascienza ma realismo fantastico, così come Le intermittenze della morte.

Tempo fa ho letto un libro bellissimo di Soldati, di cui mi sfugge ora il nome, che includeva, in un gioco letterario particolarmente affascinante, sia la fantascienza che il realismo magico. Era la storia di un padre e di un figlio che viaggiavano verso una città risultata, in seguito, abbandonato e in cui scoprivano realtà che erano rimaste nascoste per secoli.
Qualcuno ricorda il titolo?

Ecco, questa è vera letteratura sf.
Muasie
00martedì 5 dicembre 2006 17:56
Re:

Scritto da: Takfir 05/12/2006 14.26
Bhè...
Quasi il 50% [SM=x74933] [SM=x74933]
Quindi non sei di sicuro a digiuno di fantascienza.
A meno che tu per fantascienza non intenda, in maniera restrittiva, solo il sottogenere astronavi & robot.
In realtà il racconto fantastico è sicuramente una delle prime forme di espressione umana.
[...]



Fantascienza come sinonimo di fantastico? Sono un pò disorientata... [SM=x74997] Nel senso che, certo, può essere una componente ma... La fantascienza è per me fondamentalmente proiezione delle aspettative, delle attese, dei timori, delle angoscie del presente... Metafora del presente, come diceva bene Micruo. Ecco quindi che pensare a un "Il ritratto di Dorian Gray" ma anche ai Cavalieri della Tavola Rotonda .... o ancora a "Il vagabondo delle stelle" come opere di fantascienza... beh... non mi ci trovo. Mi sfugge qualcosa, immagino.... [SM=x74937]
Muasie
00martedì 5 dicembre 2006 18:01
Re: Re: Re:

Scritto da: micruo 05/12/2006 16.58

[...]mi ricorda "Why call them back from Haeven?" di Clifford Simak, in cui lo stesso tema è trattato in maniera assolutamente magistrale



Lo splendidissimo "Infinito" [SM=x74967] , nella traduzione italiana.
Juan Galvez
00martedì 5 dicembre 2006 18:49
Re:

Scritto da: sergio.T 05/12/2006 14.23
Un attimo, Galvez, dipende.

No, non dipende. O meglio, sì, dipende ma ci torno dopo.

Tutti i titoli che ti ho elencato sono fantascienza, non letteratura genericamente fantastica. Compreso il Signore delle Mosche, che ritrae il nascere - e il dissolversi - di una società umana, specchio della società umana lasciata a se stessa. Che poi l'azione sia ambientata in un tempo futuro - o alternativo - è solo un di più.

Capisco le tue perplessità, ma derivano semplicemente dal cattivo nome della fantascienza, in Italia guadagnato dal nome stesso in partenza, da decenni di Urania - che per decenni ha rappresentato la fantascienza - curata in modo semplicemente vergognoso da quei cani affossatori che furono Fruttero e Lucentini, signori dei tagli&censure e delle traduzioni che gridano vendetta. E per finire, last but not least, da una fantascienza cinematografica che fatte salve poche eccezioni ha per lo più proposto roba inguardabile. E un pessimo film fa danni che neppure mille libri capolavoro possono sanare.

Questo per i motivi esterni di una cattiva fama. Quelli interni sono dati alla fantascienza dal suo essersi a lungo chiusa nel ghetto delle riviste e collane specializzate, dove naturalmete sono fioriti, accanto ai maestri, fior di cani autentici, necessari a pasturare i fan acritici; se poi Theodore Sturgeon, uno degli autori maggiori del campo affermava che il 90% di quel che si pubblica sotto l'etichetta di fantascienza è merda, saggiamente non dimenticava di aggiungere che del resto il 90% di tutto ciò che si pubblica è merda. Tuttavia, è sempre bene ricordare che nel mentre la fantascienza "di genere" si chiudeva nel ghetto, scrivevano fantascienza Wells, Orwell, Huxley, Stapledon, Bulgakov, Calvino, Buzzati.

Detto questo, definire la fantascienza non è facile. Non a caso resta famosa una definizione, che lessi in un libro di Asimov ma non ricordo se sia di Asimov stesso o del suo mentore John Campbell: è fantascienza tutto ciò che accetta di pubblicare il direttore di una rivista di fantascienza. Ecco io non voglio arrivare a questa genericità, tuttavia essa contiene il primo granello di verità: la fantascienza è in primo luogo letteratura spiazzante, che mette in crisi e discussione certezze, dogmi, idee consolidate. Ed è letteratura speculativa: spazziamo il campo da equivoci: il campo di indagine della fantascienza è l'uomo, non gli alieni o le astronavi o i viaggi nel tempo. E principalmente l'uomo nel suo essere e nel suo divenire. E nelle sue brutture; Philip Dick scriveva che: Posso immaginare tutto, ma non universi senza la Coca-Cola. A questo scopo può far uso di ogni stratagemma: l'invenzione di una società aliena, l'analisi di un futuro prossimo o remoto, l'invenzione di un passato alternativo, un viaggio nelle profondità siderali, eccetera eccetera. Tutto questo sarà sempre alla ricerca dell'uomo, della sua psicologia, società, paranoia, follia, futuro, presente e quant'altro. Di nuovo Sturgeon, tentando una definizione dei fini della sf affermava: Lo scopo della fantascienza è svegliare il mondo sull'orlo dell'impossibile e quindi, nel bel mezzo della storia, studiare e cercare di scoprire qalcosa di nuovo, con la passione dello scienziato che esamina il suo esperimento o di un amante che guarda la donna amata. La fantascienza è letteratura, semplicemente. Com'è stato fin quando un ingegnere lussemburghese emigrato negli States ne inventò il nome; ma non è che prima di quel 1926 non si fossero scritte opere in seguito riconosciute come fantascienza. I puristi, e io sono d'accordo con loro, ritengono che la prima opera identificabile come fantascienza sia stata Frankenstein, in precedenza, anche per ovvii motivi sociali, religiosi, tecnologici, esisteva una letteratura fantastica, ma tecnicamente non identificabile come fantascienza. Ovvio è che da tale humus abbia tratto linfa quella letteratura che oggi riconosciamo come fantascienza: le sue radici sono anche lì.

V.
frank ch
00martedì 5 dicembre 2006 19:25
mumble mumble
Tema arduo: non posso dissentire da Vince, ma al tempo stesso non riesco a concordare. Forse è solo una questione di etichette, che pur con tutti i loro numerosi limiti di "semplificanti", servono aiutano la nostra mente a cavarsela più velocemente nella razionalizzazione dei propri archivi mnemonici.

Cerchiamo di spiegarci:
1. totalmente d'accordo sul fatto che la sf non sia semplicemente robot, alieni, ecc.
2. totalmente d'accordo che al suo centro ci sia l'uomo e la società (attraverso escamotages diversi - che vanno dalle dimensioni alternative al collocamento della storia nel futuro -ci si concede di indagare, proporre, contrastare il modo di essere di società e individuo; binomio del resto praticamente inscindibile anche nei casi in cui c'è un individuo solo come, per buona parte de La nube purpurea).
3. credo che la sf debba cmq guardare o al futuro (rispetto alla redazione dell'opera) o a un'altra dimensione.
4. credo (credo) che debba avere, magari solo in modo sfumato, una componente di fantasia tecno-razionale, nel senso che suppone una spiegazione razionale di fenomeni, mezzi ecc. non reali.

da qui, nonostante la chiarissima parentela (pensiamo solo a quanto sia fantasy sia fantascienza siano attratte dalle cosmogonie) vedo, meglio intravvedo, una linea di separazione, anche se non sempre praticabile (ma il discorso si potrebbe fare anche tra giallo e sf, basti pensare alle indagini di Daniel R. Oliwav o come si scrive, il robot di Asimov: giallo o sf? entrambe direi).

da qui la leggera linea che non mi permette di mettere il ritratto di Dorian Gray nella sf, anche se riflette profondamente sull'uomo (ma non lo fa tutta la letteratura? anzi tutta l'arte). Mentre riesco a metterci non solo 1984 ma anche La fattoria degli animali oltre ovviamente all'isola del dottor Moreau.

Naturalmente queste divisioni contano solo rispetto al bisogno di creare un po' di ordine: non è il "genere" che fa grande un'opera. (ok, aspiro al regno delle definizioni scontate [SM=x74933] )

P.S.: se poi si vanno a leggere alcuni interessanti titoli segnalati soprattutto dal Bardo spesso ci si ritrova alle prese con opere incatalogabili perché mescolano il giallo, la fantascienza, il magico,...
mujer
00martedì 5 dicembre 2006 19:45
Mentre leggevo quest'ultimo post di frank ho fatto un salto nell'antichità (eh sì, c'ho i superpoteri io!) e ho trovato i Miti. Non è che il magico (e tutto ciò che ci sta dentro, fantascienza compresa) non è che il rapporto uomo/mito?

rileggete il tutto ascoltandovi la celeberrima

(a chi indovina di quale film arricchì la colonna sonora, un'opera inedita de "La fantascienza in cucina. come recuperare i ceci avanzati" di autrice ignota...anonima per convenienza)
micruo
00martedì 5 dicembre 2006 19:55
Re:

Scritto da: mujer 05/12/2006 19.45
Mentre leggevo quest'ultimo post di frank ho fatto un salto nell'antichità (eh sì, c'ho i superpoteri io!) e ho trovato i Miti. Non è che il magico (e tutto ciò che ci sta dentro, fantascienza compresa) non è che il rapporto uomo/mito?

rileggete il tutto ascoltandovi la celeberrima

(a chi indovina di quale film arricchì la colonna sonora, un'opera inedita de "La fantascienza in cucina. come recuperare i ceci avanzati" di autrice ignota...anonima per convenienza)


Troppo facile: 2001 Odissea nello Spazio... ma avrebbe indovinato V se fosse arrivato prima di me
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