Regolamento serie a1

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Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 02:36
secondo me la regola dei 5 stranieri, è vero aumenta lo spettacolo, ma sicuramente nuoce ai nostri giocatori. nuoce perchè ci sono posizioni che naturalmente vengono affidate ad americani (QB-RB-LB) e questo fa si che in serie A un italiano non possa mettersi alla prova. delle due per uno sviluppo migliore ci vorrebbero più allenatori americani, inoltre la regola dei 5 americani di fatto esclude squadre che hanno ottimi italiani ma non i fondi per avere 5 americani... e questo causa di fatto un campionato dove alcune squadre si incontrano due volte (nel mio caso 2 volte con bergamo e 2 con parma) il che rende la classifica per lo meno dubbia...io quindi propongo una serie A con due soli americani e almeno 3 under 23 in campo nello stesso momento, in questo modo si avrebbe un campionato ancora più agguerrito e sicuramente con uno sviluppo ad alto livello degli italiani. che ne dite? [SM=g27828]
americanfelix
00lunedì 22 maggio 2006 08:55
CHE PER ME DOVREBBERO ESSERE ZERO GLI USA IN CAMPO e investirei gli stessi soldi in coaching staff ma nn solo head coach ma anche allenatori di reparto made in usa...
e mi sa che e' anche l'unica maniera per ri rendere competitiva la nazionale...
ma e' solo un opinione...
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 12:56
il vero problema è che molti dicono che livello e velocità di gioco calerebbero, onestamente ho assistito a una partita di a2 (barbari-titans) e non mi è sembrato tutto sto gran football. però secondo me con dei coaching staff della madonna si può risolvere il problema. poi sarebbe bello avere una seria a1 a 12/14 squadre.
americanfelix
00lunedì 22 maggio 2006 13:13
il tutto e subito nn stanno insieme
ora hai 5 giocatori che vannoa razzo e 35 esseri umani....capirai...forse investendo in allenatori ..in programmi fisici anche fuori stagione magari e dico magari si riesce ad avere un buon livello....anche visivo...
e cmq sia negli anni 80 e 90 c'era il pienone e nn c'erano americani qb ed erano solo 2 oggi ce ne sono a iosa e c'e' il vuoto...fai tu...
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 13:22
il problema è anche che gli allenatori spesso arrivano tre settimane prima della prima partita e se ne vanno 1 dopo l'ultima... quindi non si crea un "ciclo" questo è un grosso problema... purtroppo si cerca di fare i "grandi" con pèochi soldi!!! poi chissà cosa succederà tra 5 anni quando le vecchie glorie ormai avranno smesso...
Emperor.Gigi
00lunedì 22 maggio 2006 14:24
Oki, ma se la cosa fosse applicata solo in Italia ci sarebbe il rischio di farsi "asfaltare" dagli Americani Europei.

Con tutto il rispetto per i campionati italiani, se non riempiamo team di americani in europa ci distrugge chiunque.

Sabato ho visto la partita dei Lions e il fatto di avere in campo tanti americani che però non giocano mai a causa della restrizione italiana secondo me ha pesato.
Ovviamente la colpa NON è solo di questa regola, intendiamoci, però avere 2 team distinti uno per la coppa ed uno per il campionato non è che sia proprio una cosa facile.
simonepaschetto
00lunedì 22 maggio 2006 14:47
basterbbe prendere gli usa solo per l'europa, cmq. i francesi hanno 2 americani e possono tranquillamente permettersi di battere i lions con 10, perchè??
Perchè investono su giovani e danno spazio ai francesi (6 nfle nei flash di cui 2 ottimi RB).
Non dovrebbero esserci Usa è VERISSIMO, lo disse anche un nostro qb, che veniva da Nebraska, secondo lui non ha molto senso avere degli americani, e dovremmo giocare tra di noi.
Secondo me, no USA e Europei liberi.
Soldatojocker
00lunedì 22 maggio 2006 14:50
Questa è probabilmente la discussione più abusata di tutti i forum che parlano di frusball italico.
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 14:52
giustissimo, ma secondo me è un problema di priorità, ad esempio la nostra nazionale (se si va avanti così) arriverà a un punto dove per certe posizioni si troverà con gente che non ha mai giocato al massimo livello possibile, e che probabilmente non ha il "ritmo" per affrontare avversari di peso.
bisogna darsi delle priorità, secondo me per sviluppare il movimento bisogna sviluppare gli italiani, anche in posizioni chiave. comunque anche in europa ci sono limiti, infatti anche squadre come amburgo e vienna hanno degli stranieri in più nel roster europeo. per quel che riguarda bergamo può darsi anche che abbiano sottovalutato l'impegno.... comunque non voglio sviare.
inoltre bisogna tener conto che se "aprissimo le frontiere" gli italiani non giocherebbero più... bergamo nel roster europeo ha 22 stranieri, dimmi te se può rappresentare il football italiano...
secondo me se alziamo il nostro livello anche in europa si può arrivare a un punto dove non si necessita di così tanti stranieri per essere competitivi.
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 14:54

Questa è probabilmente la discussione più abusata di tutti i forum che parlano di frusball italico



che vuoi dire?
Soldatojocker
00lunedì 22 maggio 2006 15:14
Re:

Scritto da: Gis LB 22/05/2006 14.54

Questa è probabilmente la discussione più abusata di tutti i forum che parlano di frusball italico



che vuoi dire?



ASSOLUTAMENTE nulla di polemico! Solo che sta discussione l'ho già vista, con vari titoli su diversi forum circa 7.428 volte!!!

Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 15:16
comunque è un problema vero!! bisognerebbe prendere una deciosione e adottare un filosofia che sia di sviluppo e interesse per il nostro football
Emperor.Gigi
00lunedì 22 maggio 2006 15:22
E ci sarà il suo bel motivo dico io... caro il mio soldatino ;)

P.S.: hai visto che le pantegane crescono ?

Cmq GIS, per la verità io sarei anche con te, basta avere la coscienza (o coscenza, su google ci stanno tutte e due [SM=g27824] ) di "accettare" che in europa, almeno per un po' saremo annientati.

Personalmente spingerei più che volentieri le società ad investire meno sugli stranieri ed invece "arruolare" più gente sia per il movimento sia per la crescita a livello nazionale.

Magari con una serie A1 più numerosa ed un maggiore spazio per gli italiani... sarà forse un'utopia ?
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 15:28
secondo me hai proprio ragione, il fatto vero è che questo sport è preticato da pochi, se si creasse un iteresse nazionale più gente lo praticherebbe e ci sarebbe un alzarsi del livello generale. un inizio sarebbe presentare una serie A1 a 12 o 14 squadre a girone unico, sicuramente i media lo vedrebbero più serio di uno a 7 squadre con una doppia sfida con due squadre.
bisogna trovare il modo di promuovere l'iniziativa!
Soldatojocker
00lunedì 22 maggio 2006 15:32
Fino allo scorso anno vigeva una liberalizzazione "de facto" degli stranieri utilizzabili. Ovvero si privilegiava il discorso Europeo.
Questo a portato molte squadre a una rincorsa ai Lions che le ha economicamente devastate.
Quando alcune squadre storiche, quali Hogs e Dolphins hanno ceduto la mano, retrocedendosi in A2, e (immagino) qualcun altra abbia minacciato di fare altrettanto, si è corso ai ripari.
Di colpo tutti i problemi legali attinenti al diritto doi lavoro, doppi passapporti ecc, a cui si faceva costante riferimento per perpetuare la liberalizzazione "de facto" sono stati superati con l'uovo di Colombo dei 2 anni di residenza.
Questo ha portato ad una a1 equilibrata ma alla debacle Europea. D'altra parte il rischio era di trovarsi con una a1 con 3 squadre.

E' una coperta corta. Se la tiri da una parte scopri dall'altra.

Non credo tu sia nuovo dell'ambiente, ma una delle caratteristiche del mondo del football italiano chre spero tu abbia notato è che ciascuno dei 1500 tesserati o giù di li è depositario della verità assoluta in ogni campo.

Io compreso, s'intende! Infatti la quadratura del cerchio in tema USA è:

Se ci sono almeno 5-6 squadre in grado di pagarsi tutti gli USA che vogliano si fa una Super League vetrina con USA più o meno liberi. (

Fino a quel giorno 2 max 3 giocatori di scuola non italiana a bordo campo. Uno in campo se fa il QB , 2 altrimenti.

Tertius non datur Jocker dixit, vu a laura... [SM=g27828]
Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 15:48
potrebbe essere un' idea, ma la cosa importante è riuscire a dare anche ad ltre società la possibilità di giocare in serie a1 inoltre quella di valorizzare gli italiani
Enrico Bertorello
00lunedì 22 maggio 2006 15:52
La questione allenatori è secondo me di rilevante importanza.
E non me ne vogliano i tanti bravissimi allenatori italiani che da anni tirano la carretta facendo miracoli.

Negli Usa esistono decine di associazioni che raggruppano centinaia di allenatori, ovviamente più o meno preparati. Molti di questi, seppur già bravi, hanno bisogno di fare gavetta sul campo per potersi migliorare e far carriera. Altri lo fanno solo per proprio gusto personale.

Sarebbe bello poter stringere un accordo di collaborazione con una o più associazioni, redigere una lista che comprenda una cinquantina di coach disposti a trasferirsi per qualche mese nella bella Italia e poi sottoporla alle Società interessate. Insomma, una sorta di convenzione che agevoli tutti quelli che non hanno grandi risorse economiche da gettare in una tale operazione ma hanno tanto entusiasmo.

Sono convinto che se si venisse a creare anche una sorta di leale concorrenza tra gli stessi coach, che magari si conoscono tra loro o comunque vogliono ben figurare nei confronti della propria associazione,la resa potrebbe anche migliorare.
Per di più i tanti allenatori italiani potrebbero, con buona probabilità, imparare qualcosa in più respirando un po' di aria "Usa style" all'interno del proprio coaching staff.

Resterebbe lo scoglio dell'assegnazione dei coach, ma questo potrebbe essere risolto chiedendo una lista meritocratica direttamente all'associazione e sottoponendo, costi alla mano, a scalare i coach più titolati a chi nel precedente campionato ha terminato in fondo alla classifica. Lasciando la scelta alle Società se accettare le richieste oppure passare la mano...

Vabbè, ora stò esagerando. Comunque il concetto era quello.
Non ne ho ancora avuto uno nella mia Società sportiva, ma sono convinto che non ci sono soldi spesi meglio che quelli spesi per un coach d'oltreoceano che abbia la testa sulle spalle, una buona conoscenza del football e tanta voglia di dedicarsi a questi preistorici della palla lunga un piede...

Gis LB
00lunedì 22 maggio 2006 18:32
la serie A di baseball italiana è "gemellata" con l'MLB, ad esempio bologna è gemellata con seattle, cosa comporta questo? in pratica seattle manda qua uno dei suio coach ad allenare a sue spese in più aiuta bologna a trovare gli stranieri, per di più è anche capitato che grazie a questa collaborazione un italiano (dall'ospedale) sia andato in america per giocare con la minors di seattle, inoltre l'mlb insieme alla federazione italiana ha creato l'accademia del baseball che è una sorta di scuola superiore finanziata da mlb e federazione che permette ai giovani di studiare di giorno e allenarsi il pomeriggio con coach usa...

questo è un pò avanzato pensando a noi, ma sarebbe un bell'obbiettivo da portare avanti.

comunque mi dispiacerebbe che la nosrta discussione si fermasse qui, c'è modo di portare la nostra voce in federazione?
simonepaschetto
00lunedì 22 maggio 2006 19:29
Bhè..ma noi che "talenti" abbiamo da offrire??

La Nfl ha già la NFLE..

Gli basta..anzi avanza pure.
lorra73
00lunedì 22 maggio 2006 20:09
Re:

Scritto da: Gis LB 22/05/2006 14.54

Questa è probabilmente la discussione più abusata di tutti i forum che parlano di frusball italico



che vuoi dire?




Gis, tu sei nuovo in questo forum, vuol dire che è da anni che molti di noi si scornano su questo argomento.

lorra73
00lunedì 22 maggio 2006 20:13
Re:

Scritto da: Emperor.Gigi 22/05/2006 14.24
Oki, ma se la cosa fosse applicata solo in Italia ci sarebbe il rischio di farsi "asfaltare" dagli Americani Europei.

Con tutto il rispetto per i campionati italiani, se non riempiamo team di americani in europa ci distrugge chiunque.

Sabato ho visto la partita dei Lions e il fatto di avere in campo tanti americani che però non giocano mai a causa della restrizione italiana secondo me ha pesato.
Ovviamente la colpa NON è solo di questa regola, intendiamoci, però avere 2 team distinti uno per la coppa ed uno per il campionato non è che sia proprio una cosa facile.




Il problema è che se gli italiani non giocano mai o giocano poco non faranno mai esperienza.

Il livello tecnico dei nostri italiani, a mi parere, era molto più elevato negli anni 90, quando c'erano 1/2 americani e gli italiani erano in campo a darsele di santa ragione.

Come si può vedere quest'anno con lo stesso numero di stranieri in campo,e lo stesso numero di italiani, le cose sono cambiate parecchio; ne sono l'esempio proprio le nostre due partite contro Bergamo
lorra73
00lunedì 22 maggio 2006 20:14
In poche parole Gis, qui è da anni che molti utenti vorrebbero la riduzione degli stranieri per far giocare di + gli italiani.
Ma a quanto pare non a tutti fa comodo......... [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816]
PASK46
00lunedì 22 maggio 2006 20:43
non credo che il tasso tecnico fosse tanto più alto in passato. Oggi ci sono giocatori molto preparati, sicuramente meno "improvvosati" di una volta. La differenza la fanno i numeri e l'età media. Una volta molti giocatori e molto ricambio, oggi pochi giocatori e molta esperienza. Resta il nodo degli stranieri: se non cominciamo mai a far crescere i nostri in Europa dovremmo avere sempre più stranieri per stare al passo di chi, come i francesi, investe sui suoi.
Mi chiedo quanto ancora pensiamo di poter aspettare.
Gis LB
00martedì 23 maggio 2006 00:12
ok è vero,ne parlate da anni e nessuno vi ha mai ascoltato... però non bisogna demordere, noi che giochiamo facciamo il football, non siamo professionisti quindi se non ci va bene possiamo anche andare... ma se andiamo il football muore, bisogna che ci vengano incontro!!!
LORDLUTORTITUS
00martedì 23 maggio 2006 00:43
Il problema fondamentale e' che abbiamo allenatori che non sono umili per niente.
Credono che la presenza di un allenatore americano possa allontanarli loro, con presunzione di sapere ogni cosa.
Un allenatore americano puo solo migliorare un giocatore e dar un apporto tecnico anche all allenatore.
Ma allo stesso tempo, e' la societa' che deve preparare l allenatore americano nell impatto con la realta' ITALIANA.

IL FOOTBALL da noi e' un HOBBY
da loro no !
IL FOOTBALL da noi non e' un LAvoro
da loro si !
IL footbal per noi e' sacrificio nei ritagli di tempo ( per alcuni giovani e vecchi con motivazioni giuste e non condivisibili o meno )
IL FOOTBALL per loro e' uno stile di vita che va' oltre il lavoro perche' e' il loro lavoro..


QUINDI:
prima le societa' preparano questi signori,
megli gli allenatori sono umili,
allora avremo un elevata conoscenza tecnica e quindi un livello di football migliore.
R13
00martedì 23 maggio 2006 08:19
Sono daccordo con Lord!!
I migliori americani sono quelli che conoscono la nostra realtà...o perlomeno quella europea.
fbientinesi
00martedì 23 maggio 2006 09:56
Re:

Scritto da: LORDLUTORTITUS 23/05/2006 0.43
Il problema fondamentale e' che abbiamo allenatori che non sono umili per niente.
Credono che la presenza di un allenatore americano possa allontanarli loro, con presunzione di sapere ogni cosa.
Un allenatore americano puo solo migliorare un giocatore e dar un apporto tecnico anche all allenatore.
Ma allo stesso tempo, e' la societa' che deve preparare l allenatore americano nell impatto con la realta' ITALIANA.

IL FOOTBALL da noi e' un HOBBY
da loro no !
IL FOOTBALL da noi non e' un LAvoro
da loro si !
IL footbal per noi e' sacrificio nei ritagli di tempo ( per alcuni giovani e vecchi con motivazioni giuste e non condivisibili o meno )
IL FOOTBALL per loro e' uno stile di vita che va' oltre il lavoro perche' e' il loro lavoro..


QUINDI:
prima le societa' preparano questi signori,
megli gli allenatori sono umili,
allora avremo un elevata conoscenza tecnica e quindi un livello di football migliore.


Anche io sono d'accordo con Lord ma non penso sia solo una questione di umiltà.
Ho avuto diversi allenatori americani e praticamente tutti non sono riusciti a dare alla squadra quello che avrebbero potuto.
Secondo me questo è dovuto piu' che altro a una questione di mentalità: troppo diversa la realtà italiana da quella made in USA (come evidenziato da Lord) e spesso un americano non riesce a farsene una ragione, ostinandosi a utilizzare metodi di allenamento e tattiche di gioco che difficilmente si applicano sui ns. campi
Soldatojocker
00martedì 23 maggio 2006 10:17
Son testoni quelli....
Emperor.Gigi
00martedì 23 maggio 2006 10:41
Re:

Scritto da: Soldatojocker 23/05/2006 10.17
Son testoni quelli....



Lapidario come al solito...

Per il legame con l'NFL (tipo quello MLB) dubito si possa fare qualcosa.
Il nostro livello è troppo basso per riuscire a dare anche solo 1 giocatore a loro, e mi sembra che loro non abbiano interessi al di fuori delle loro mura.
Questo lo dico perchè, volendo il nostro amato sport potrebbe essere molto appetibile: domandina (per farci belli) conoscete un altro sport così spettacolare ? Con una presenza mediatica di alto livello i tifosi arriverebbero eccome; pensate al wrestling, spingi di bestia sulla pubblicità e ti ritrovi 20.000 persone che PAGANO per vedere un "evento" in DIFFERITA ! potere della pubblicità... applicando la stessa cosa al football l'NFL cosa otterrebbe secondo voi ?
Soldatojocker
00martedì 23 maggio 2006 10:46
L'ottusità delle politiche NFL di espansione all'estero andrebbe inserita nei manuali di management.
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