Re: Re:
Scritto da: Juan Galvez 08/05/2007 11.03
Invece il paragone c'è. Si tratta in ogni caso di due capolavori, e se ho scelto Duel è soprattutto perché si tratta dell'opera (opera prima!) girata in relativa povertà di mezzi da un regista che in seguito strariperà spesso nel faraonico, e quasi mai raggiungendo ancora i vertici di questa scarna storia di tensione, dalla semplicità che risplende. Naturalmente, il testo di Matheson è la base potente di questa perfetta semplicità.
Amici miei non gli è inferiore (e non lo sarà il secondo capitolo), ed è una pellicola mirabile per l'equilibrio dei vari registri: grottesco, comico, drammatico. Il collante è la rappresentazione di un'amicizia tanto forte quanto vuota e disperata: gli amici miei non hanno altro che sé stessi e la loro incapacità di comunicare con il resto del mondo.
V.
Entrambi i giudizi sono condivisibili, tuttavia le conseguenze che ne trai sono opposte alle mie: laddove Matheson e Spielberg portano in scena una mirabile storia di tensione che è parabola e metafora, Monicelli mostra con sobrietà e tocco un gruppo di persone le cui vite sono legate inscindibilmente le une alle altre come fossero boe a cui attaccarsi nel bel mezzo del mare. Un mare di rapporti umani incapaci di legare, con mogli e figli, col prete e sul lavoro. E nel finale strepitoso del primo capitolo c'è tutta una filosofia. Che film!
Ricordo che anche Cristina
, nonostante il suo legame fosse inscindibile con Genova ben più che con Firenze, e nonostante fosse una cara fustigatrice di costumi maschili, apprezzava giustamente molto questo film.