Re: Re:
Myra Solano, 11/03/2021 19:08:
Il Tex di Zamberletti è senz'anima, un guscio vuoto.
In questa frase c'è tutto, la faccio mia. Si potrebbe chiudere qui.
Ma dato che siamo in un forum è bene dare il proprio contributo in modo un po' più articolato. Dopotutto, qualche considerazione residua può ancora essere fatta.
Intanto, avete notato le copertine e i titoli?
n. 724: un guerriero tatuato con spadone sguainato che si lancia in aria come Tremal-Naik
n. 725: il "monaco guerriero" con una posa aerea alquanto plastica e non troppo differente
n. 726: il pistolero vudù.
Dovessi fermarmi a questa sequenza, direi che Tex si sta zagorizzando, almeno quanto a componente esotica delle sue avventure. Questa non è una critica a Zagor, evidentemente, ma avendo sempre considerato i due personaggi e i loro mondi del tutto incompatibili, con buona pace dell'imminente team-up, non lo considero certamente un segno positivo per il nostro ranger.
Venendo alla storia, sì, anche per me si tratta di un interessante spunto sprecato per fare un po' di facile retorica terzomondista, presentare il trentordicimillesimo capitalista senza scrupoli e inserire due gradevoli quote rosa di etnia diversa, con lo scopo evidente di lanciare un messaggio di amore e fratellanza universale tramite i loro spasimanti etnicamente incrociati.
Zamberletti scrive con il freno a mano tirato, il che costituisce a un tempo il suo limite e il suo maggior pregio. Si nota infatti che i dialoghi sono a modo loro curati, sufficientemente misurati (nonostante qualche beccaccione di troppo), apprezzabilmente asciutti. Insomma, benché l'eredità di Nizzi e Boselli si noti, come non potrebbe essere altrimenti, Zamberletti ha letto anche GLB e qualcosa di buono ha assimilato.
Inoltre, partendo con i soli Tex e Carson nella sua prima storia lunga, ha seguito una strada intelligente per evitare di cadere nei tipici cliché, ossia li ha separati per buona parte della storia, evitando così a Carson di rivestire il tipico ruolo da spalla che fa domande idiote e battute sul cibo. Al contrario, personalmente trovo che qui sia proprio Carson a fare la parte del leone, mentre Tex rimane ingessato nella sua maschera seriosa e inespressiva dalla prima all'ultima pagina.
Questo è il limite del succitato freno a mano: da un lato ha impedito a Zamberletti di strafare, e quindi sbagliare, dall'altro gli ha impedito di infondere a questa storia un po' di calore, nonostante l'inserimento delle due donzelle e i continui (per me eccessivi) riferimenti al maltrattamento dei cinesi nel contesto economico degli USA di fine ottocento.
Tra l'altro, se la separazione dei pards è stata a mio parere una mossa azzeccata, si tratta di un jolly che ti puoi giocare una o due volte al massimo, poi ti tocca confrontarti con trame più corali, là dove generalmente casca l'asino.
Ho come la sensazione che Zamberletti abbia già sparato le sue migliori cartucce e che da qui in avanti assisteremo a un calo progressivo, con gradi crescenti di nizzizzazione e faracizzazione.
Mi rendo conto di essere azzardato nel tranciare un simile giudizio dopo una sola storia. Vedremo che cosa ci riserva il futuro.
Carlo Maria:
Persino i disegni, a tratti decisamente ricchi e dettagliati, mi hanno fatto sentire un distacco enorme da tutto ciò che ormai sto contestualizzando come Tex: la mia freddezza nei confronti di Galep si è dissolta nel momento in cui ho cominciato a macinare albi su albi disegnati solo da lui, come se lo avessi infine digerito, interiorizzato.
Hai spiegato come meglio non si poteva il motivo per il quale, con gli attuali tremila disegnatori al lavoro su Tex, è sostanzialmente impossibile affezionarsi ed empatizzare con le storie attuali. Il fumetto è principalmente disegno, ma in SBE sembrano averlo completamente dimenticato.