Re:
Carlo Maria, 9/11/2021 8:14 AM:
Se nemmeno tu obietti sul finale e non rilevi il mio timore di antitexianità, allora non ho altro da osservare e il giudizio per me si conferma: storia discreta, per quel che mi riguarda. 😊👍🏻
Lo rilevo io, sia pure fuori tempo massimo. Per questo lascio perdere gli spoiler, immaginando che ormai non servano più.
Posso dire che il primo albo funziona piuttosto bene, mentre il secondo rallenta il ritmo diventando più noioso e il finale non mi è proprio piaciuto.
L'atmosfera è quella solita "alla Ruju", piuttosto funerea, ma con questo autore è così. Anzi, vi dirò che proprio per questo motivo non solo non critico, ma ho anzi gustato la scenetta di Carson che si azzuffa con mezzo forte militare: l'ho trovato invero il più riuscito momento di leggerezza di una storia altrimenti pesantuccia, citazione - mi chiedo quanto involontaria - di "Oklahoma" di Berardi, quando è Tex che piomba dentro un fortino e stende una decina di soldati, prima di essere richiamato all'ordine dal comandante suo amico.
Tornando a noi, avendo voialtri già ampiamente analizzato i due albi, mi consentite di concentrarmi sul finale che, dicevo, mi ha lasciato una sensazione di "sbagliato".
Prima di tutto, non ho capito il senso del teatrino messo in piedi da Tex, con il Siats incappucciato la cui identità viene svelata solo all'ultimo momento davanti al comandante del forte, con un legame di parentela tanto improbabile quanto, narrativamente, inutile. Se il Siats fosse stato un perfetto sconosciuto nella storia non sarebbe cambiato nulla, poiché nulla di sostanziale sarebbe cambiato nelle motivazioni di entrambi gli attori. Io a un certo punto avevo invece ipotizzato che Siats e comandante fossero in combutta e portassero avanti un piano su due fronti per arrivare al comune obiettivo dell'annientamento degli Utes. Lì forse il legame di sangue avrebbe trovato un senso e condotto a insospettati sviluppi.
L'ho quindi trovato un maldestro colpo di scena dell'ultimo minuto che, a mio parere, non solo non ha giustificato, ma addirittura rovinato il finale. Qui sono totalmente d'accordo con la mia Poiana. Tex lascia un padre e un figlio da soli, schiacciati da un peso e una colpa orribili, in un contesto dove il finale tragico era ben più che telefonato.
Nel caso di Markus Parker (ora possiamo dirlo
) l'affarista fa uso di una Derringer nascosta (arma tipica solo dei bari e delle donne) e non dimentichiamoci che Tex ne diffida fino all'ultimo, tanto che non vorrebbe lasciarlo solo nemmeno per infilarsi la giacca. Qui è il contrario, e non si parla di affaristi, per indole poco portati a gesti estremi quanto piuttosto a far sporcare le mani agli altri, bensì di tutt'altro genere di uomini.
Nelle storie di GLB il Destino spesso interviene a punire chi, per vari motivi, non viene colpito direttamente dalla mano del protagonista, ma qui Tex mi è sembrato proprio Ponzio Pilato, come se avesse voluto preparare il terreno perché padre e figlio si eliminassero a vicenda, evitando a lui il lavoro più sporco. D'altronde, chi più Ponzio Pilato di uno che mette ai voti il destino di un giovane fuorilegge lasciando che il parere decisivo arrivi da un emerito sconosciuto? Per questo immagino che l'attuale Curatore non avrà avuto niente da ridire circa questa scelta narrativa e, dato l'albo attualmente in edicola, siamo perfettamente in tema.