TRAVAGLIO: E' FINITO TUTTO A TARALLUCCI E VINO

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INES TABUSSO
00domenica 15 gennaio 2006 17:48
CORRIERE DELLA SERA
15 gennaio 2006
CON OCCHETTO
Travaglio: i dirigenti dovevano dimettersi
Nessuno spionaggio

ROMA - Le sale sono le stesse della direzione Ds di mercoledì, quella in cui Fassino e D’Alema hanno ammesso qualche errore ma difeso l’integrità del partito. Solo che stavolta all’Hotel Quirinale non ci sono Piero e Massimo ma il vecchio Achille Occhetto con il suo Cantiere, l’ala movimentista che eredita l’indignazione dei girotondi. Ospite, il giornalista Marco Travaglio che, come al solito, non fa sconti: «All’estero errori come quelli dei dirigenti Ds si pagano con le dimissioni. Qui è finito tutto a tarallucci e vino». Applausi. Fuori dalla sala Occhetto completa il ragionamento: «È necessario un ricambio della classe dirigente Ds». Applausi anche per lui da chi non è riuscito ad entrare e si accalca sotto il cartello vicino alla porta: «Per una politica pulita sottoscrivi per finanziare il convegno». Ma è Travaglio a graffiare di più. Parla delle telefonata fra Fassino e Consorte: «Il problema non è quello che c’è nell’intercettazione ma quello che non c’è. "La banca è nostra" può essere una battuta ma Consorte confessa un reato: aver rastrellato il 51% delle azioni prima di lanciare l’Opa. Fassino non risponde nulla». Giudizio severo anche per D’Alema: «Sbaglia a parlare di spionaggio, non c’è nessun Watergate: c’è stata solo un’illecita fuga di notizie, ma non possiamo limitarci a parlare della fuga e ignorare le notizie». Un esempio? «Bisogna aspettare Giuliano Ferrara per chiedere a Consorte da dove arrivano quei 50 milioni di euro? Dobbiamo credere davvero che si tratta di consulenze? E chi è, Kissinger?».
L. Sal



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IL GIORNALE
15 gennaio 2006
E il Cantiere di Occhetto demolisce il Botteghino
Luca Telese
da Roma

«Dopo tanto imbarazzo, a volte fin troppo arrogante, finalmente si è fatta sentire una lieve autocritica da parte del gruppo dirigente dei Ds, ancora molto al di qua della comprensione effettiva del problema». A dirlo non è qualche nuovo emulo di Joseph Goebbels (i lettori ricorderanno che il simpatico accostamento tra il gerarca nazista e questa testata lo ha fatto il segretario dei Ds Piero Fassino) ma Achille Occhetto, fondatore del partito della Quercia, e oggi spirito irregolare della sinistra nonché animatore di una sua associazione, il Cantiere. Ieri Occhetto e i suoi hanno tenuto a Roma una convenzione programmatica per promuovere la formazione di una lista Arcobaleno in vista delle politiche.
Ma il convegno dell'Hotel Quirinale è stata l'occasione per una passerella di umori roventi, di quella parte di sinistra di politici e giornalisti - da Oliviero Beha ad Alfonso Pecoraro Scanio - che fa della questione morale il caposaldo della sua battaglia e della critica ai furbetti del Botteghino un imperativo categorico. Ed è stata l'occasione per un nuovo affondo caustico di Marco Travaglio, l'autore di un libro (Inciucio, Rizzoli) che sparava a palle incatenate sulla sinistra dalemiana e fassiniana. Ieri Travaglio si è tolto qualche nuovo sassolino dalle scarpe e ha aggiunto alla sua celebre battuta sulla sinistra «entrata a Palazzo Chigi con le pezze al culo per uscirne miliardaria» nuove sulfuree stoccate che non potranno restare senza replica. L'autore di Inciucio ha martellato a lungo sul ruolo del supermanager Giovanni Consorte, colpito dalle inchieste: «L'intercettazione della telefonata con Fassino rivela un intreccio illegale, e il fatto che lo stesso Fassino fosse perfettamente a conoscenza di un concerto illecito che garantiva il possesso del 51% delle azioni ben prima che venisse lanciata l'Opa!». E poi, sulle dicharazioni pubbliche dei due leader della Quercia: «Per mesi e mesi hanno coperto o vezzeggiato gli immobiliaristi, taciuto su Fazio, e addirittura detto, alcuni di loro, che non si doveva dimettere. Avevano il freno a mano tirato e le mani legate, non volevano disturbare i manovratori e hanno precluso la possibilità di denunciare una nuova P2 che si stava impossessando di banche e del più grosso giornale italiano».
Boato, pausa: «Tutto quello che è stato considerato una rivelazione calunniosa da oggi, l'avevano già scritto intellettuali, giornalisti ed economisti, un anno fa. Anziché prendersela con i giornalisti che hanno avuto il torto di avere ragione farebbero meglio a riconoscere che se non fosse per i giornali e la magistratura questa P2 sarebbe arrivata a fondo». Infine, sarcastico: «È assurda la difesa di chi dice, come Fassino: “Non abbiamo conti in Svizzera”. Ci mancherebbe altro. Negli altri Paesi chi fa questi errori di valutazione solitamente si dimette per direttissima».
Più politici, ma non meno critici interventi come quello di Antonello Falomi, ex senatore dei Ds, oggi vicino a Rifondazione: «Il problema è ricostruire in Italia una sinistra che possa stringere in mano la bandiera delle diversità. Quella bandiera gettata nel fango dal pensiero unico nei Ds. A prescindere dagli sviluppi giudiziari, Fassino e il gruppo dirigente dei Ds sono colpevoli di aver tradito l'eredità di Berlinguer che la base del partito non intende abbandonare».


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UNIONE: OCCHETTO, CONTRO PARTITO DEMOCRATICO SERVE SINISTRA UNITA

Roma, 14 gen. - (Adnkronos) - Di fronte al formarsi di un partito democratico privo di coesione ideale e programmatica, e' un grave errore non mettere in campo quella che sarebbe stata la vera novita' della prossima campagna elettorale, cioe' una sinistra moderna e unita capace di guardare oltre le differenze del passato''. Lo ha detto Achille Occhetto durante la convenzione programmatica del Cantiere.


UNIPOL: OCCHETTO, NECESSARIO RICAMBIO CLASSE DIRIGENTE DS

Roma, 14 gen. - (Adnkronos) - ''Non concordo con quei giudizi tardivi, mossi solo dalle inchieste giudiziarie, secondo i quali si tratterebbe di alcuni errori politici. In realta' e' una intera visione del mondo e della politica ad essere messa in discussione. Si rende necessario un ripensamento di fondo da cui potrebbe scaturire un ampio e motivato ricambio della classe dirigente Ds o la formazione di un nuovo partito della sinistra''.


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