POESIOLA
Mi vien qui voglia di riportare una graziosa rima di Ennio Graziani, esperto di cucina maremmana, e non saprei dire se sia più gustosa la ricetta o la filastrocca.
baci baci
mm
Signora...Lei che viene da Milano
vole sapé cos'è quest'acquacotta
e qualche ristorante maremmano
pe' gustalla e anda' a fa' qualche ribotta....?
Sinceramente proprio non saprei,
qui ormai tutti si credono gran cochi:
romani, cigliani, inglesi.....ebrei
e i maremmani so' rimasti pochi...!
Ma per esse garbato co' 'na donna,
io le racconterò con bona grazia
come la cucinava la mi' nonna
e lei vedrà ch'è un piatto che la sazia
e non la farà stà dentro la gonna.
Dia retta a me! Vedrà che mi ringrazia!
Affetti tre cipolle gaetane
assai fini...carota e un bietolone,
una costa di sedano....in tegame,
versi oglio d'uliva a profusione.
Ora sali e poi metta a foco altino,
faccia soffriggere bene la cipolla
fino a doralla.....un bel bicchier di vino,
zenzero....un dado e poi lasci che bolla.
Ci metta mezzo chilo di pelati
e abbassi il foco...dopo aggiuga il brodo
ben caldo....e quando so' un po' consumati,
butti dentro sei ovi interi....a modo
che restino in camicia, affrittellati...
Guardi che il torlo non diventi sodo.
Ora nelle scodelle del servito
metta fette di pane contadino
raffermo di tre giorni o abbrustolito
e sopra gratti cacio pecorino.
Prenda l'ovi in camicia ad uno ad uno
e poi l'adagi interi sopra il pane
e quindi versi il sugo su ciascuno
caldo bollente......Tenga d'occhio il cane
La gusti in pace co' 'n bicchier di vino.
Sogni Parigi e la "soupe à l'oignon"
e pensi che pe' questo mangiarino
non solo lei nun paga l' "addition"
ma nun lascia nemmen sul tavolino
cento franchi di mancia pel "garcon".