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[Storia a catena] Pittime di Guerra

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    Wago
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    Clarissimus Consul
    00 26/01/2008 10:33
    Come un'aquila ceca nel cuore della notte si avvampa sulla preda alla rinfusa, seguendo solo il suo predatoreo istinto, così Pikappa vagava nelle viscere di una Topolinia in decadenza alla ricerca della via d'uscita al dedalo sotterraneo nel quale si trovava, facendo appello solo al suo senso dell'orientamento, ora fortunatamente davvero potenziato.

    Dopo che Everett era scomparso, catturato da due individui sicuramente molto poco ben intenzionati, Pikappa aveva proseguito nella fitta jungla di corridoi e gallerie che lentamente sembravano risalire dal pozzo senza fondo e senza speranza dove si ritrovava. Si trovava ora in una zona dall'architettura gotica, con archi massicci che sorreggevano enormi volte, evidente eredità del passato medievale della città. Gli androni erano stati equipaggiati probabilmente abusivamente, anzi sicuramente, probabilmente dalla Factory con una squallida illuminazione al neon, i cui cavi rigavano le pareti di pietra di righe nere e inquietanti.

    Erano ormai ore che Pikappa sondava i più profondi budelli di pietra di questa sorta di oltretomba dell'era metropolitana, e aveva la netta convinzione di girare in tondo. << Nei sotterranei come nella vita >>, pensò. Ineffetti non ne aveva combinata una giusta dal lontano 2006, ai tempi del decisivo colpo inferto a quella storia scellerata della droga evroniana. Ripercorrendo nella mente questi ultimi anni, lo troviamo coinvolto in una miriade di temi come inafferrabili, in un'enorme rete indistricabile in cui ogni maglia porta a ogni altra maglia, ripassando infinite volte dal punto di partenza.
    I tempi erano cambiati, si erano fatti più difficili, e Pikappa si rendeva ora conto di essere inadatto e che aveva fatto il suo tempo. Come potrete notare, per ora il ruolo di Pikappa in questa storia è stato molto poco eroico, più che altro si è ritrovato in balia di eventi più grossi di lui e si è fatto trasportare da una corrente implacabile che lo ha spinto in vortici di caos e disperazione. Pikappa voleva dare una svolta a questa specie di gorgo ipnotico nel quale era finito, ma non era davvero nei suoi poteri, e come vedrete non lo sarà nemmeno in futuro: eroe in un'epoca troppo complicata per gli eroi, ogni sua azione si tramutera' in un nulla di fatto, in uno 0-0 palla al centro, in un "torna al via senza ritirare le 20'000 £".

    Proprio come una foglia d'autunno che cade, Pikappa precipitava dalla gloria della verde età in alto nei rami, a proteggere il mondo dall'alto col suo mantello che fa ombra ai raggi del sole troppo forti, a un tappeto smorto di altre foglie indistinguibili da lui, calpestate, impotenti, che attendono solo di marcire. E non basta qualche tenue e sporadico alito di vento, perché ogni volta che si rialza come in volo, dopo poche piroette scomposte ricade inesorabilmente a terra, solo in una posizione diversa dalla prima, ma diversa solo apparentemente, visto che comunque tutt'attorno non c'è altro che foglie morte.

    A tutto questo pensava Pikappa, mentre riconosceva la sconfitta del suo piano e sua.

    ---

    Zillo, Zillo! Dai Zillo, sveglia!
    Una voce festante come di bambina lo svegliò dal suo sonno sepolcrale, e aprì pigramente un occhio.

    OOOOOOOOOH, ZILLO! Zillo il cane bello, Zillo il cane monello!
    Prima che potesse vederla in viso, si ritrovò la ragazzina avvinghiata addosso.

    Mammaaaaaaa, si è svegliato! Zilluccio caro, zillo. Mamma, possiamo chiamarlo Zillo, come il cane delle Paperwitch?
    La bambina si era un po' scostata, e gli permise di osservarla con più cura. Occhioni verdi, la chioma costellata di treccine rossicce e il viso di lenticchie che rendevano deliziosa la sua carnagione leggermente brunastra. Non aveva più di 7 anni.

    Arrivo, aspetta un'attimo Zoe!
    Ma-Marjory!? MAMMA Marjory?! Quante cose che si scoprono ad essere un cane!

    Marjory entrò nella stanza, Ziggy/Zillo si rialzò in piedi sulle quattro zampe, ma una gli faceva molto male.

    No, cuccia, buono. Ecco, tieni un pò di pappa
    Ziggy constatò che fortunatamente in questa nuova condizione l'odore della pappa di cane non lo trovava così nauseabondo come quelle volte che era stato costretto a cibarsene nei suoi momenti di peggiore crisi economica.

    Quando ha finto, fagli fare un giro nella sua nuova casa, Zoe!
    Ora si trovava nel soggiorno, una stanza luminosa e spaziosa, arredata in un costoso stile minimal. Notò immediatamente la sua cuccia, accanto al televisore: un oggetto di indubbio gusto, ma apparentemente scomodissimo. Come minimo l'avrà progettata Alvar Aalto!

    Come poi ebbe modo di osservare, tutto l'appartamento era molto grande e luminoso: apparentemente si trattava di un loft in pieno centro, strutturato attorno a un grande giardino centrale su cui davano un sacco di finestre che occupavano intere pareti. Le stanze erano tutte arredate in questo stile sobrio e poco funzionale, ma che denunciava una situazione economica decisamente rosea.
    A quanto pare Marjory non gli aveva detto molte cose.
    Una dominante della casa erano i continui riferimenti all'arte e la cultura giapponese: dopotutto, una cosa di cui era certo è che Marjory facesse la traduttrice di lingue orientali.
    Quello che non poteva immaginare era però il contenuto di una porta chiusa a chiave, che nascondeva al suo interno un autentico arsenale da ninja/samurai, sia per Marjory che per Zoe!
    [Modificato da Wago 26/01/2008 11:41]

    --

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    rensel
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    Rusticus Plebeius
    00 26/01/2008 17:19
    Come quando i bracconieri senza scrupoli chiudono un cucciolo di un animale raro, dopo aver sterminato la sua famiglia (per cosa poi?, per del vile denaro ricavato dalle pelliccie, per questo l'uomo è disposto a terminare la vita di creature di uno stesso Creatore come lui), per chiuderlo in una gabbia in uno zoo, egli piange con sommessi mugolii, perché prima era abituato a correre in libertà nella jungla, ma dopo un po' si abitua alla miserissima esistenza che gli viene imposta, anche Qui, mentre per un po' di tempo prima aveva pianto e strillato, ormai aveva smesso. Tanto, pensava rassegnato, non cambia niente se mi agito o no. Il mio destino ora è in mano alla sorte.
    Più che altro, una bestia gli divorava il cuore in maniera dolorosissima e lancinante: la bestia della consapevolezza del tradimento, rappresentata nella sua mente da Arin, il suo unico amico che lo aveva drogato e rinchiuso. Come poteva essere?
    All'improvviso la porta della scatola si aprì e d'un tratto una fioca luce al neon penetrò nell'oscurità di quel carcere di ferro, dove prima c'era solo buio. Davanti lo accolse la figura invitante di Arin. Qui avrebbe voluto sputargli in faccia tutte le angustie che l'avevano pervaso in quelle ore di prigione, ma le lacrime di paura e sollievo misti insieme gli colmarono gli occhi ed ebbe un groppo in gola, perciò riuscì solo a balbettare: "Perché l'hai fatto, ti credevo mio amico!"
    Derek (d'ora in poi lo chiameremo così, visto che tutti conoscono il suo nome non ha senso continuare con il suo nickname) lo guardò con uno sguardo chiaramente fintamente dispiaciuto. "Mi dispiace che abbiamo dovuto fare così, ma sei di un livello troppo basso della nostra gerarchia, modellata su quella hitleriana, per conoscere la posizione di questa base segreta. Ma le spiegazioni a dopo, e benvenuto nel Centro 'Ribbentrop' di Addestramento Poteri Fisici E Neurali (CRAPFEN), Qui!"

    Nel momento quando uscì dalla scatola, Qui rimase davvero sbalordito: infatti si trovava in una specie di gigantesco hangar di almeno 2 kilometri quadri, che sembrava una qualche via di mezzo fra una palestra molto all'avanguardia, un laboratorio e un castello medioevale (quest'ultimo per via dell'architettura evidentemente gotica, o almeno molto simile, anche se più "moderna"). Sui muri erano affrescati dei fregi che rappresentavano una simbologia molto complessa: abbondavano le svastiche naziste, ma era anche raffigurato il triangolo con sette occhi che Pikappa e Jana avevano visto nel sottosuolo di Paperopoli sull'ingresso dell'ubicazione di Lilith, e numerose scene tratte dalla mitologia nordica, del Ragnarok e altro.
    Tutto intorno, migliaia e migliaia di militi vestiti di nero facevano esercizi, agli ordini dei comandanti, e li adiuvavano ogni tanto degli scienziati anch'essi col camice nero (se il camice bianco rappresenta la purezza della nobiltà del proposito della categoria dei medici e degli uomini di scienza, il nero di questi camici poteva ben simboleggiare il loro degrado morale), facendo iniezioni di sostanze dopanti, probabilmente sviluppate appositamente nei laboratori del complesso, non avendo il benché minimo riguardo per la salute di coloro ai quali li somministravano. Una lunga schiera di soldati correvano cantando con la melodia del celebre motivetto dei marines queste parole:

    I crudeli farisei
    Crocifissero Gesù.
    Noi sterminerem gli Ebrei
    Di modo che non ci sian più.

    La parola dell'Ariano
    È legge e noi la seguirem.
    Assai sacro, e non profano,
    È per noi il suo voler.


    Qui rimase come intontito per qualche minuto, quando si ricordò che era ancora completamente nudo. Derek l'aveva già visto svestito, e di lui non si vergognava, però quella massa spropositata di soldati lo mettevano a disagio. Derek intuì lo sconforto del paperotto, e spiegò: "Entrare nel CRAPFEN, dove riceverai il nostro addestramento, richiede una rigenerazione spirituale completa e un abbandono della vita passata 'senza se e senza ma'." (In verità era un po' un pretesto: assieme ai vestiti, gli avevano sottratto la polverina, per essere studiata). "Ora ti darò una divisa della Arischen Yugen, e quella saranno tutti i tuoi vestiti, d'ora in poi. Farai meglio a essere elegante: dovrai recarti al Consiglio dei Dodici, dove ti aspetta un interrogatorio su quella polverina magicamente guaritrice." Gli porse un fagotto e Qui si rivestì in fretta.
    "Di che cosa si tratta questo Consiglio dei Dodici?" chiese Qui.
    Derek: "I Dodici sono uomini subito sottoposti all'Ariano nella gerarchia. La loro potenza è pressoché illimitata: è per questo che non si fanno mai vedere di persona, ma anche con te faranno udienza attraverso degli speciali monoliti neri/trasmettitori." A Qui l'idea di dover parlare non con degli umani, più rassicuranti, ma con dei monoliti, senza nulla che potesse rimandare alla sagoma di un uomo, fece un po' di terrore.
    "E questo 'S²' di cui parlavate sempre, prima?"
    "L'unica cosa che so è che gli servono due persone per riattivarlo, ma che forse una fonte di energia mistica molto potente potrebbe essere abbastanza: come la tua polverina. Si narra di una profezia antichissima..." disse Derek; ma quello che non disse, ma pensò tormentato, è che al successo o meno di Qui aveva affidato tutta la sua sorte: se funzionava, poteva essere che sarebbe divenuto ricco e potente come un Creso (Magari mi eleggeranno subito al Consiglio dei Dodici, pensò), se no, invece, sarebbe dovuto morire. Questa era la Legge. Ma lui anche nell'ipotesi peggiore aveva una via di scampo... un "contatto" nientemeno che nel Consiglio!

    --

    L'uomo misterioso (la cui identità possiamo ora finalmente rivelare: si chiamava Aaron O'Toole, il capo dei "Dodici" e il padre di Derek), seduto alla sua scrivania, conversava con una proiezione 3D al plasma di un uomo, davanti a lui nel buio, mentre il grande puma Shiva faceva le fusa, accoccolata poco più in là.
    "Stiamo ultimando le analisi della 'polvere azzurra', ben presto le comunicheremo i risultati confermati." disse la proiezione ologrammatica.
    "Bene, bene" ridacchiò sordidamente Aaron. "L'Ariano mi sta aspettando per parlargli del bambino che la possedeva: fra poco incomincerà l'udienza al Consiglio."
    A questo punto, Aaron entrò timidamente, abbassando l'usuale cresta e fingendo molto timore reverenziale, nel salone che ospitava l'Ariano: ma dentro di lui covava una immensa invidia nei suoi confronti e desiderava nella mente sostituirlo. "A rapporto, o signore" disse a denti stretti.
    L'Ariano era interamente immerso nel buio dai piedi alla testa, seduto su un trono rialzato, ricoperto completamente di bassorilievi e incisioni le quali glorificavano il suo personaggio. Appena entrarono, Shiva corse da lui (il suo vero padrone).
    "Allora, sentiamo, servo: come si chiama il papero?" chiese distrattamente, con voce di fuoco, mentre intanto giochicchiava con una sfera di vetro. Ancora non so nemmeno come si chiama, benché potrebbe essere la chiave della vittoria del Reich! pensava.
    "Si chiama... Qui Paperino, signore."
    A quelle parole l'Ariano reagì come trafitto da un'ondata di gelo siberiano, che gli trapassò le membra fino al più profondo del midollo, lasciandolo di stucco; Aaron, rimasto raggelato, vide che lasciava cadere la sfera, la quale cadde in mille e mille frantumi.
    Stette come in silenzio per qualche secondo, poi disse con un timbro particolarmente cupo: "Esci subito fuori di qui".
    "Come avete detto, signore?"
    "ESCI SUBITO FUORI DI QUI!!!"
    Aaron fuggì in preda a un occulto terrore: l'Ariano scoppiò a piangere rannicchiato, e il suo pianto era accompagnato dai funerei guaiti dell'intelligentissimo puma, che aveva immediatamente percepito il suo dolore infinito grazie ai raffinatissimi sensi istintivi di cui certi animali, es. i cani, sono provvisti.
    "Qui..." mormorò. "Figlio mio..."
    [Modificato da rensel 27/01/2008 01:32]




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    Wago
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    00 28/01/2008 12:01
    Topolinia era una metropoli dal passato molto più antico e glorioso di Paperopoli, e la maestosità della sua rete fognaria testimoniava il suo passato. La Factory aveva avuto facile gioco a impadronirsi di cunicoli e catacombe dalle dimensioni impressionanti che da sottoterra vegliavano impassibili sul brulicare irrefrenabile della vita moderna e sregolata. Ah, ci sono tante cose fra cielo e terra, di cui soltanto i poeti hanno sognato qualcosa! Con le loro enormi colonne di pietra, le arcate di roccia pesante eppure che sembravano leggerissime stagliandosi verso un cielo solo immaginabile ma quasi come se lo puoi toccare con un dito, le colonne maestosissime erano un po' i custodi segreti della megalopoli, i suoi imperscrutabili guardiani. Talmente impassibili che anche ora che la Factory si era impossessata del loro regno, non avevano mosso un ciglio. Cos'erano mai le mille Vanità dell'Uomo di fronte alle ere millenarie della fredda roccia? Vi scongiuro, fratelli miei, rimanete fedeli alla Terra, e non credete a coloro che vi parlano di speranze soprannaturali! Sono avvelenatori, che lo sappiano o no.

    Repentinissimamente, quando oramai Pikappa iniziava a disperare di trovare mai una via d'uscita, il cunicolo in cui si trovava vide che si allargava in una specie di largo tunnel-corridoio molto più antico del resto della galleria (che invece era medievale): si trattava sicuramente di un resto precolombiano, o magari anche prima. Quando però Pikappa arrivò immediatamente sotto all'arco di ingresso di quello che sembrava una specie di stanzone dalle dimensioni spropositate (e francamente anche un po' inquietanti, era tutto pieno di teschi scolpiti nella roccia e di giaguari con delle specie di copricapi da astronauti), Pikappa rimase sconvolto dalla presenza di una scritta in caratteri forse aztechi, o maya non sapeva:

    Se combatti troppo a lungo contro i draghi diventi un drago, e, se troppo a lungo guardi l'abisso, l'abisso guarderà te.

    Sotto alla scritta, campeggiava un'enorme croce latina tutta incastonata d'oro, che riluceva nel buio spettrale che avvolgeva l'oscurita' che in quel momento contraddistingueva il luogo. Incredibile, pensò Gesù è stato anche qui! E' proprio vero che ci sono più cose in cielo e in terra...
    Non fece tempo a finire il suo pensiero, che un boato potentissimo lo frastornò facendolo cadere a terra violentemente. Quando si rialzò, un individuo incappucciato di un vestito da frate-boia tipo amaranto (non so se avete presente, è questo colore qui) si ergeva al suo fianco. Era stato trasportato al centro di quella sorta di tempio antichissimo, e da lì poteva osservare la maestosità del luogo, la cui volta impressionante era sorretta da delle colonne gigantesche di marmo rossiccio-brunastro a forma tipo di piramide maya però un po' simili a quelle dei cretesi, come effetto. Solo allora si ricordò dell'incredibile esplosione (o così gli era sembrato) di poco prima. Quello che non mi uccide, mi rende più forte, pensò, e d'istinto si rivolse verso l'individuo.

    Chi sei, e dove ci troviamo?

    L'individuo rispose con una voce profondissima e quasi sussurrata, che sembrava venire dall'oltretomba ma era carica come di una dolcezza incredibile che la rendeva davvero ultraterrena, come di un dio o di un profeta.

    Qui su questi monti io attendo "altri" e il mio piede non si alzerà di qui senza di loro, - più elevati, più forti, più vittoriosi, più lieti, squadrati e rettilinei nel corpo e nell'anima: "leoni che ridono" hanno da venire!
    Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?


    In un altra situazione, Pikappa avrebbe risposto con una qualche battuta di spirito delle sue, facendo notare che le domande le faceva lui. In questo caso, però, Pikappa si sentì come attratto dalla voce ipnotica del papero, e si sentì obbligato a rispondere quasi come se fosse in trance alla sua domanda. Le parole gli vennero da un qualche anfratto profondo della mente di cui non conosceva l'esistenza, e non poté fare nulla perché venissero modificate.

    Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza. Bisogna per forza maledire, là dove non si può amare?

    C'è un solo mondo, ed è falso, crudele, contraddittorio, corruttore, senza senso... Un mondo così fatto è il vero mondo... Noi abbiamo bisogno della menzogna per vincere questa "verità", cioè per vivere... La metafisica, la morale, la religione, la scienza... vengono prese in considerazione solo come diverse forme di menzogna: col loro sussidio si crede nella vita

    Che cosa è verità?

    Inerzia; l'ipotesi che ci rende soddisfatti; il minimo dispendio di forza intellettuale. I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni.

    Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio?

    O forse è Dio soltanto un errore dell'uomo?

    Pikappa rimase sconcertato da questa domanda. Questo Maestro parlava per enigmi, ma questo era così profondo e inconcepibile che Pikappa trasalì. Lo stava come ipnotizzando!! Non doveva farsi sfuggire il significato molto filosofico di quello che gli stava dicendo, e per fare questo doveva saperne di più di lui.

    Ma non mi hai ancora detto chi sei, CHI SEIIIII????? Disse come infervorato

    Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono per questo di avere diritto alla nostra. Ciò è un errore: coi regali non si acquistano diritti. La familiarità del superiore irrita, perché non può essere ricambiata.
    Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi.


    E d'improvviso il suo saio si accasciò a terra. Sollevandolo, Pikappa vide un teschio minuscolo, e un piccolo monticello di polvere sottilissima che si profuse in uno sbuffo tetro che creò un mulinello inquietante nell'aria e sparì.

    Quel giorno, Pikappa imparò che c'è qualcosa di invulnerabile, d'inseppellibile in noi, qualcosa che frantuma le rocce: si chiama la nostra Volontà. Silenziosa e immutata resta al passare degli anni. Sì, tu sei quella che trasforma tutti i sepolcri in rovine: salute a te, Volontà! E soltanto dove ci sono sepolcri, ci sono resurrezioni.
    [Modificato da Wago 28/01/2008 12:10]

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    rensel
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    Rusticus Plebeius
    00 28/01/2008 19:21
    Le braccia meccaniche in kevlar (o meglio, si trattava di una lega speciale coroniana molto somigliante, composta di polimeri irreperibili sulla Terra, che garantiva il massimo della flessibilità e una resistenza che ha dell'incredibile ai colpi di ogni tipo: l'aveva inventata quel geniaccio di Everett stesso) di Uno armeggiarono per ore e ore che sembravano interminabili con dei misteriosi pulsanti su una plancia di controllo, davanti alla capsula che conteneva il clone di Ziggy, sospeso dentro del surrogato di liquido amniotico (quello in cui galleggia il feto, per intenderci) verdastro.
    Jana stava seduta pensierosa su una sedia, poggiata a un tavolino, finché non proruppe in una domanda: "Uno, non pensi che quello che stiamo facendo sollevi degli inquietanti interrogativi di carattere etico?"
    L'intelligenza artificiale verde rispose senza cessare le sue faccende. "Padron Ducklair mi ha programmato per fare sempre la scelta più logica: e clonare Ziggy è l'unica soluzione possibile per riattivare l'EVA 01... e salvare il mondo."
    "Ma Uno! Non sappiamo nemmeno se il vero Ziggy è vivo: e stiamo parlando di esseri umani!" esclamò con la coscienza tormentata.
    "Già, se si trattasse di macchine non ti importerebbe, quelle voi umani le potete spegnere quando vi pare e vi piace!" gridò allora Uno, con una nota amara di rancore nella sua voce sintetica.
    "Oh, perdonami ti prego, non volevo dire questo..."
    "Non importa, ci sono ormai abituato" disse Uno, e voltò il suo volto cybernetico, diventato all'improvviso scuro.

    Le ore dopo trascorsero in un imbarazzato silenzio come di tomba, interrotto solo dal ticchettio glaciale dei tasti premuti da Uno, e dai sospiri sconfortati e dal battito cardiaco di Jana (il silenzio era tale che era possibile udirlo in modo abbastanza distinto). Tutt'ad un tratto, ecco che Uno annunciò trionfale:
    "Ce l'ho fatta, lo sviluppo del clone è completo." La capsula si aprì in un fragoroso SPLASH! di liquido amniotico e ne fuoriuscì Ziggy 2.0, completamente nudo come mamma l'avrebbe fatto, se ce ne fosse stata una. Ma no, invece: Ziggy 2.0 non aveva e non avrebbe mai avuto una nascita "naturale", dei genitori, un'infanzia serena, un'adolescenza, età di cambiamenti, come tutti gli altri: era il primo uomo nato adulto, e per di più era "usa e getta", creato da altri a proprio uso e consumo (anche se stavolta, bisogna dirlo, è un fine nobile, come con la ricerca delle cellule staminali per guarire i malati di Alzheimer, ecc.; qua addirittura si tratta di salvare il mondo). Queste sono le problematiche che si sollevano quando l'uomo si sostituisce a Dio.
    Comunque, Ziggy 2.0 con occhi sconvolti fece per chiedere spiegazioni sull'identità degli altri e sua, e su quel repentino accesso alle spiaggie luminose del mondo dei vivi (immaginatevi nella sua situazione), ma prima che facesse in tempo, Uno lo liquefece di scatto, ritrasformandolo in LCL e raccogliendolo in un'altra capsula destinata all'ibernazione. Jana, però, nel suo ultimo secondo di vita "solida", riuscì a scorgere un bagliore di intensa e dolente umanità nei suoi occhi: e quella visione tragica la tormenterà per tutta la vita.

    --

    Ma se Atene (il clone di Ziggy) piange, Sparta (l'originale), di certo, non ride! In effetti, quale crudele gioco del destino, questa divinità capricciosa che, dal suo trono stellare, gioca a dadi con le vite di tutti quanti, l'aveva ricondotto dalla sua amata, dai begli occhioni verdi di Marjory, ma non da uomo, come sarebbe stato auspicabile, ma quando era diventato un cane pulcioso, che lei non avrebbe mai potuto riamare.
    E per mettere la ciliegina sulla proverbiale torta della beffa, doveva sorbirsi i giochetti della fin troppo esuberante Zoe. L'unica consolazione era poter stare accanto a Marjory, saltarle nel femmineo grembo, magari intrufolarsi ogni tanto nella sua camera da letto mentre si spogliava (anche da cane certi appetiti da uomini restavano, ehehe).

    Quella mattina, Ziggy/Zillo come di consueto andò da Marjory col guinzaglio in bocca, per la passeggiata mattutina. Ci aveva messo un po' ad abituarsi a non servirsi più di un comodo, pulito WC per i suoi bisogni, ma bisogna sapersi adattare: e lui l'aveva fatto.
    Marjory si alzò sonnolenta e andò verso la porta, quando inaspettatamente, almeno a giudicare dalla sua reazione, sorpresa, squillò il telefono.
    Pronto? La sua espressione mutò considerevolmente: da allegra, anche se stanca, divenne seria e preoccupata.
    Sì, sono io, agente Marjory Stewart-Baxter, signore. Si voleva sbrigare un po'? A Ziggy scappava da morire, se ci perdonate l'espressione! (Agente!?)
    Sono spiacente, signore, ma ho perso qualsiasi contatto con Flagstarr dalla notte che era stato visto prendere della droga da Finnegan. Un momento? Sembrava davvero che stessero parlando proprio di lui, a meno che fosse un caso (molto improbabile, se non assurdo) di omonimia!
    Sì, so molto bene quanto è importante per il Governo degli USA poter rintracciare il "Soggetto Numero 2", l'uomo chiamato Zigmund. Purtroppo, però, nè Flagstarr ricordava niente di suo padre, nè comunque riesco a trovarlo, proprio da quando sembrava come se cominciasse a ricordare qualcosa. S-suo padre?!? ZIGMUND?!? Che cos'era che stavano dicendo?
    ...sì, non vi preoccupate, signore. Farò il possibile per consegnarvi il soggetto. TLAC: Marjory in quell'istante riattaccò.
    Un turbinio tutto alla rinfusa di pensieri assolutamente sconcertantissimi pervase la testa cagnesca di Ziggy, così dovette fare dei profondi respiri per calmarsi. Ora era tutto chiaro: non era un caso quando si era incontrato con Marjory dopo così tanti anni, ma in realtà lei era un'agente stipendiata dal Governo degli Stati Uniti per servirsi di lui per arrivare a un uomo (suo padre) che neppure i potenti mezzi dell'FBI e della CIA, congiunti, evidentemente erano in grado di reperire: e quindi aveva anche finto di innamorarsi di lui, tutto per accedere più agevolmente, attraverso il cuore, anche alla sua memoria, quella PUTTANA!
    Una rabbia e un rammarico pesantissimo gli colmarono le viscere di bile nerissima. Che delusione! pensò. E pensare che mi ero fidato di lei, che le avevo dato "entrata libera" a quanto di più intimo c'è dentro di me.
    "Sembra che la nostra passeggiatina dovrà aspettare, Zillo", gli disse, interrompendo quella catena ininterrotta di pensieri che gli attraversavano la mente. La odiava, ma fuggire era fuori discussione: doveva scoprirne di più!
    In verità, due cose Ziggy non sapeva, e non poteva: primo, che lei si era davvero innamorata di lui, dopo, anche se all'inizio era tutto una farsa, una mascherata; secondo, di quel possente armamentario orientaleggiante che Marjory conservava nella "stanza misteriosa" della casa. E quale fu il suo stupore, ancora preso dalla rabbia, quando vide la porta aprirsi, per mano della ragazza, a un florilegio di katane, shuriken, armature e altri accessori a sufficienza per iniziare una guerra in solitario!




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    Clarissimus Consul
    00 06/02/2008 15:37
    Ziggy stava proprio riflettendo, su queste cose terribili che sono il tradimento in sé e come atto che poi è anche fastidioso nei suoi confronti: ma mentre pensava con mente ormai sempre più inespressivamente canina, una sensazione stranissima quasi di bruciore dell'anima lo prendeva lentamente sempre di più: una sensazione che purtroppo aveva presto imparato a conoscere purtroppo molto bene: la crisi d'astinenza data dall'addizione alle peggio droghe nella quale era perniciosamente ricaduto definitivamente dopo quell'odiosa "pera" di quando la nostra storia è iniziata.

    E pensava:
    "Mi serve una dose. Ho bisogno di una dose. Una dose o muoio. Marjory deve darmi una dose o muoio. La Padrona deve darmi una dose o muoio. Padrona dose o muore. Me muore. Padrona no dose me. Me offeso Padrona me Padrona fa pisciarello fuori e poi scappa e dose. Chiedere Padrona pisciarello poi scappa e dose. Pisciarello pisciarello Padrona Padrona pisciarello".

    Così Zillo/Ziggy iniziò a ronzolare attorno alle gambe della povera Marjory abbaiando con fare festoso cercando di farle capire quel che voleva: e cioè che voleva uscire a fare la sua passeggiatina, ma Marjory non capiva e diceva "Dai non adesso, cuccia Zillo. Dopo giochiamo, dopo". Allora Ziggy/Zillo ebbe la geniale idea (che gli balenò in mente) di prendere anzi di aferrare con la bocca il gunzaglio che penzolava sommessamente dal mobile del telefono e lo strattonava con violenza finché non lo fece cadere assieme a un preziosissimo vaso Ming giapponese a cui Marjory teneva tantissimo; che cadde e si ruppe in mille pezzi mandandola su tutte le furie:

    "IDIOTA DI UN CANE! Quel vaso era PREZIOSISSIMO! Fuori! Fuori da questa casa! Via! Stronzo di un pezzo di merda! Bastardo fottuto del cazzo!"

    E allora iniziò a prenderlo a calci violentemente finché lui non se la diede a gambe quando lei finalmente aprì la porta di casa (se n'era dimenticata per un tempo lunghissimo, quasi venti minuti, infuriata com'era mentre strillava al punto tale che i vicini si erano spaventati al punto da chiamare la polizia!) e lui poté filarsela a gambe levate per la tromba delle scale e poi giù giù giù fino al piano terra e la libertà, tanto agognata.

    Ziggy/Zillo (da ora lo chiameremo così per sottolineare quando prevale la sua parte razionale, "umana"; mentre ricorreremo all'epiteto Zillo/Ziggy quando purtroppo sarà l'istinto animale ad avere la meglio. Vogliamo così esprimere in tutta la sua drammaticità il dramma profondamente umano nel quale si ritrova il povero Ziggy (o meglio, Ziggy/Zillo)) tentò di focalizzare la mente con la massima concentrazione sul suo problema: doveva trovare della roba: e doveva riuscire a procurarsela anche così: da cane.
    Fortunatamente si ricordò che il suo antico compagno di merende, bravate e "pere" Joe L'Ottico era da qualche tempo nel giro delle scommesse clandestine (quelle sui combattimenti di cani, triste abominio che coinvolge sempre più città anche qua in Italia. Questo capitolo vorrei dedicarlo alla memoria dei tanti cani innocenti morti per la cinica cupidigia di qualche sfruttatore senza cuore, troppo codardo per prendersela coi suoi simili e che quindi fa soffrire inutilmente degli animali senza colpe), e uno come Joe L'Ocio di certo non si era "pulito" dalla droga in così poco tempo, anzi avrebbe scommesso (capito il gioco di parole?) che non si sarebbe "pulito" proprio mai, dato il tipo che era: allora Ziggy corse a più non posso lasciando alle spalle il verde arioso del bel quartiere residenziale in cui viveva Marjory con sua figlia (sua nel senso proprio di sua!) dirigendosi piuttosto nell'unico posto che, ormai lo avrete capito, può ospitare simili efferatezze: Da Heart.

    Zillo/Ziggy gironzolò furiosamente in preda alla crisi d'astinenza più violenta che avesse mai affrontato: proprio come un cane da cerca tipo quelli della polizia, che gli danno la droga e poi la cercano nelle valige della gente con un istinto olfattivo acutissimo dato dallo spasmodico desiderio di assumere un altro po' di quella sostanza (non le dicono mai in televisione ste cose, ma bisogna bene che qualcuno inizi a farle conoscere alle masse, che altrimenti credono che il mondo degli animali della polizia sia tutto Rex e fiori!), Zillo/Ziggy era ormai completamente posseduto dal desiderio irrefrenabile di una droga di qualsiasi tipo, che la vista gli si era annebbiata e iniettata di sangue (gli occhi, licenza poetica) e gli stava formandosi alla bocca una specie di bava tumefatta dalla consistenza davvero schifosa: perché la droga è così: trasforma gli uomini in animali, e allora assume un ulteriore significato la nostra metafora di Ziggy trasformato in cane: e non è casuale che in questa sezione, dove è la droga a guidare le azioni del povero malcapitato, lo chiamiamo sempre Zillo/Ziggy piuttosto che Ziggy/Zillo.
    Proprio quando ormai disperava di trovare il suo ex-amico Joe (considerava quest'amicizia un capitolo chiuso, da quando aveva deciso di rigar dritto e trovarsi un lavoro come si deve, perché tutti quanti o comunque quasi a un certo punto della loro vita decidono di darsi una regolata e maturare, ma ora era tutto cambiato), stava per accasciarsi a terra spossato in preda a convulsioni terrificanti quando sentì finalmente dei latrati raggelanti provenire dal buio dietro le inferriate di uno scantinato al margine del vicolo nel cui si trovava: scese allora le squallide scalette grondanti di muffa e liquami che vi conducevano e spinse la porta semiaperta col suo umidiccio muso da cane: gli si rivelò un panorama umano e canino terrificante, una sorta di inferno a cielo aperto in cui c'era come un ring di rottami e lamiere al centro dello stanzone su cui si combattevano un cagnetto assatanato tipo Chiuaua e un botolo che sembrava una via di mezzo tra un Bulldog e un Mastino ma nonostante la stazza stava soccombendo violentemente e sanguinava tutto da un occhio che teneva socchiuso e da un lungo taglio che gli squarciava un fianco lasciando intravedere le ossa, e latrava dal dolore inconcepibile che doveva provocargli; tutto attorno al ring c'erano delle gradinate tirate su coi bancali di legno e sopra tutto un panorama di umanità reietta e raccapricciante, ma anche dei bellimbusti vestiti di fino, maledetti bastardi della City che foraggiavano questo gorgo demoniaco col bieco fine di "arrotondare" le loro ciniche speculazioni da azionisti corrotti.
    Fu allora che Joe vide Ziggy/Zillo: stava (Joe) cercando di curare il suo cane (che era quello sanguinante di prima) sperando di rimetterlo in sesto per il prossimo incontro, ma le speranze erano pochissime e in effetti il cane gli morì in braccio guardandolo con uno sguardo languido che non era diverso da quel "Padre mio, perché mi hai abbandonato" che tutti conosciamo: aveva bisogno di un altro cane, e quel botolo che ringhiava convulsamente sembrava un autentico demonio.

    "Guarda quello quanta paura fa, Wallie. Ma non è di nessuno?"
    "Sembrerebbe di no Joe, che dici, potrebbe essere un buon sostituto per il Vecchio Larrie?"
    "Questo ce l'ha mandato il Signore, te lo dico io. E' un dono di Dio. Ma porta qua un po' di Roba: è scimmiatissimo, di certo non è nuovo del giro"

    Questo Wallie arrivò dopo poco con un siringone enorme e mentre Joe immobilizzava Zillo/Zillo (ormai del tutto privo di elementi umani) glie lo iniettò nell'incavo di una gamba. "Metedrina, ketamina, trielina e un pizzico di speed. Vedrai con questa bomba come se la fila: questo ci sta sparato per due ore e se lo pappa vivo, Terrifyng Terry". Sentì come una scarica di fiamma intensissima e poi un ardore lancinante lo riempì di una sensazione estatica.

    BAU! BAU! ARF! GRRRRRAAAAAAAAURRRRR!!!

    Zillo/Zillo, ribatezzato per l'occasione "Black Zombie", era pronto per il combattimento.
    [Modificato da Wago 06/02/2008 19:13]

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    00 09/02/2008 23:49
    L'interrogatorio da parte del Consiglio dei Dodici stava finalmente per cominciare: così, Qui fece un profondissimo sospiro, per calmare il cuore che gli batteva a mille all'impazzata, e fece timidamente due passi, entrando nel buio salone gotico-dark che avrebbe ospitato la sua udienza, al che un portone di bronzo pesantissimo, con sopra raffigurato lo spaventoso logo del nazismo (simbolo, non dimentichiamolo mai, della più grave tragedia della storia dell'umanità), si rinchiuse alle sue spalle con un tonfo infernale, che gelò le gambe e il cuore al paperotto.
    Qui quasi non aveva avuto il tempo di rifiatare che una voce tenebrosa, come quella di mille e mille più demoni dell'oltretomba, rimbombò nell'oscurità cavernosa della stanza. A uno a uno, dodici immensi monoliti neri (erano sofisticatissimi ologrammi, ma l'effetto era uguale come se fossero stati reali, davvero terrificante) si disposero, apparendo, in cerchio attorno all'"imputato". Se esiste l'Ade, doveva probabilmente pensare Qui, il suo vestibolo deve essere un po' come questo.

    Sei tu Qui Paperino?
    "S-sì, sono proprio io, che cosa volete da me?" chiese Qui totalmente pietrificato.

    Ci è giunta voce che hai una polverina dalle capacità miracolose! disse un altro monolito, contrassegnato dal numero 7 in numeri romani (VII). Noi vogliamo sapere da dove viene!
    "M-me l'ha data il mio vecchio amico Kim Don-Ling... lui mi raccontò che un giorno..." Qui allora narrò tutta la storia della cometa (non stiamo qua a riportarla, piuttosto vi rimandiamo alla lettura delle Paperolimpiadi).

    Una polverina che manda nel futuro tutto ciò che tocca... questo va al di là di ogni immaginazione!
    Purtroppo però è inutile: i nostri scienziati hanno fallito, a provare a rianimare l'S², ho ricevuto proprio in questo stesso istante la notizia infausta.
    "Allora potrei riaverla?" chiese Qui con l'ingenua speranza di un bambino che vuole indietro il suo giocattolo colorato.

    Riaverla? AH! AH! AH! Che piccolo, stupido papero! Quella polverina sarà comunque utile per salvare le vite di nostri soldati altrimenti moribondi!
    Tuttavia, il nostro adepto denominato "Arin" ha fallito, e questo significa che lo dovremo punire in modo esemplare, eh eh eh!
    All'improvviso, un'enorme guardia armata di tutto puntino spinse dentro violentemente Derek, che aveva le mani incatenate: Qui, rabbrividì vedendo che cosa stavano facendo al suo amico (e non solo amico, come sappiamo molto bene), e si mise a correre verso di lui strillando "Che cosa volete fargli, lasciatelo andare!!!" e dando calci e pugni alla guardia, che lo respingeva colpendolo (non troppo forte) col manico del suo AK-47.

    Arin, il tuo operato ci ha deluso ancora una volta di troppo, e la legge è chiara: dovrai essere giustiziato all'alba!
    Allora il monolito nero contrassegnato con il numero I, che fino ad allora era stato zitto, interruppe il suo taciturno silenzio di prima.
    È proprio necessario?
    Derek, anche se umiliato, rialzò speranzosamente lo sguardo, volgendolo verso il monolito dietro al quale evidentemente si nascondeva suo padre: lui lo avrebbe protetto, dopotutto era sangue del suo sangue, carne della sua carne... Intanto Qui guardava sconvolto, timoroso per il destino del suo "amico".

    Signore, sapete bene qual'è la prassi!
    Il monolito numero uno stette nuovamente in silenzio per qualche breve, interminabile attimo, poi profferì glaciale: Va bene. Procedete.

    Derek si sentì invadere dalla testa ai piedi da un terrore abissale e da una furia selvaggia e primordiale, che lo invase negli anfratti più reconditi della sua mente sbalordita e irata per quello che stava succedendo, e che non poteva davvero crederci: era suo PADRE quello che stava permettendo che lui venisse ucciso! "BASTARDO!!! BASTARDO!!! MI STAI FACENDO AMMAZZARE, FIGLIO DI PUTTANA!!!" gridò dalla gola strozzata, con lacrime di rabbia amarissime negli occhi felini.
    Ma l'unico commento di suo padre (non poteva neppure vederlo in faccia, nascosto com'era da quell'interfaccia olografica disumana!) fu un freddo: Guardie, portatelo via.


    Ma proprio quando la situazione sembrava più disperata per il povero Derek, il destino riservò un altro colpo di scena, sotto forma di un inviato con le insegne dell'Ariano che irruppe nel salone inaspettatamente, esclamando:
    "Comunicazione urgente: l'Ariano ordina che Qui Paperino e il suo Superiore Conosciuto siano subito rilasciati, e che siano condotti negli appartamenti più lussuosi del CRAPFEN, con ordine immediato".
    Chi potrebbe descrivere la gioia strabordante, senza nessun limite, dei due, che si abbracciavano, ridevano e saltavano davanti agli sguardi senza occhi dei monoliti?
    Ma un'ombra velava la felicità di Derek: l'ombra della vendetta, contro suo padre che l'aveva tradito: una vendetta che già allora progettava come avrebbe consumato.
    Intanto, una domanda offuscava anche quella di Qui: perché per l'Ariano loro due erano tanto importanti perché desse un ordine così strano?
    Ma tutto questo passava in secondo piano: l'importante era una cosa sola. Il mio amico vivrà.




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    00 13/05/2008 17:28
    Quell'incontro misterioso di prima aveva proprio scosso Pikappa, che anche adesso dopo ore (ma un'ora sembrava un giorno, nell'oscurità senza via d'uscita che avvolgeva quel lugubre luogo) continuava a rimaneggiare sull'accaduto e il contenuto abbastanza metafisico di quanto aveva detto l'imperscrutinabile saggio.

    Proprio allora, Pikappa si imbattè in un'arcata di dimensioni spropositate che sicuramente preludeva a qualche grande templio o costruzione di altro genere ma comunque una cosa importante e di importanza rituale.
    Pikappa si fece avanti e fece per attraversare l'arcone ma d'improvviso tutto quanto si fece buio impedendogli di fare bene attenzione alla direzione dei propri malfermi passi: senza farci caso, cadde in un buco di qualche decina di metri (ma forse un po' di meno) e si svegliò in un ambiente che era caratterizzato da una luce accecante. Al centro di quella specie di castello stava un saggio, che dopo un'attenta circospezione comunque potè vedere che si trattava dello stesso saggio che aveva incontrato di già ma vestito in modo diverso e apparentemente più vecchio di prima.

    Ora indossava un'armatura tipo da samurai ma con un elmo molto elaborato che probabilmente doveva servire a riparare una scatola cranica ormai consunta dall'età probabilmente plurisecolare dell'uomo. Prima ancora che Pikappa potesse proferire una parola, la voce cavernosa del saggio riverberò come mille echi di tromba prima della battaglia. E disse:

    Rieccoti, malaugurato papero! Hai riflettuto sulle importanti verità contenute nel nostro colloquio che abbiamo avuto solo poco fa?

    "Sembrano passati giorni", pensò Pikappa, ma senza quasi accorgersene la frase gli uscì dalla bocca e come gentile alito di vento si increspò nell'aria (torneremo più avanti su questa questione del fatto che Pk dice le cose quando le pensa senza che ci fa caso perché diventerà un punto chiave della sua maturazione come eroe/papero questa cosa dell'identificazione pensiero/parola, come d'altronde per molti grandi condottieri come Alessandro Magno, Annibale, Napoleone etc., che mi ha sempre affascinato).

    Vorrei ora che ci soffermassimo su un altro tema di importanza CAPITALE. Sicuramente avrai sentito parlare di un certo CARL BARX

    "Sì! Fin da piccolo lo Zio Paperone mi ha messo in guardia contro gli orrori causati dalla sua dottrina in combutta col nazifascismo. Troppo a lungo questi ideali di morte hanno dominato la razza umana mostrandone solo il lato più tetro e giustizialista: giunge ora il momento per l'uomo (o meglio, il papero) di spezzare le catene che lo legano a un'esistenza di stenti e il mezzo non va cercato di certo in questa barbara negazione della proprietà privata che se non sbaglio faceva parte dei concetti chiave del suo bieco disegno illiberale!"

    Esattamente, vedo che hai carpito il quid della mia lezione... Ciò che mantiene il papero nella sua condizione di schiavitù spirituale e morale e gli impedisce di estrinsecare appieno la potenza della sua volontà di potenza non si trova nel verbo "avere", ma nel verbo "essere"!

    "Non ti seguo: ho sempre pensato che si dovesse considerare da condannare il culto dell'apparenza che ci propinano i media, in favore di un ritorno alla sostanza: politici, televisioni (e Disney!): basta con la forma, sono i contenuti che vogliamo!!!"

    La tua idea è lodevole ed esprime bene quanto la Volontà di Potenza (VdP da ora in avanti) scorra possente nelle tue vene... Ma ora bisogna guardare oltre e accorgersi che in realtà sono due facce della stessa medaglia: "essere" comporta anche "apparire", quindi le due cose si equivalgono!

    Pikappa si sentì come fulminato da un lampo di genio e ebbe un'intuzione che non avrebbe mai più dimenticato per tutta la sua vita: "Hai ragione, saggio! L'idea di "essere" è solo un'altra faccia dell'apparenza, un modo per nascondere dietro una """verità""" imposta dall'alto la vera essenza delle cose!"

    Esatto, mio giovane discepolo: ora hai capito che sta a te cercare la tua via all'Essenza, che come vedrai troverai nella VdP. Poi scoprirai il tuo compito: portare il Nuovo Verbo al mondo intero di modo che possa finalmente liberarsi dai gioghi impostigli da secoli di malgoverno e comunismo. E per prima cosa, ti chiederò di eliminare dal tuo pensiero (e dalla tua parola, come vedrai le due cose si collegano molto) ogni traccia del Vecchio Verbo, a partire da quell'"essere" sciagurato.

    "Lo farò, Maestro".

    E il vecchio sparì, in un mulinello che odorava d'incenso.
    [Modificato da Wago 13/05/2008 17:51]

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    Rusticus Plebeius
    00 17/05/2008 15:32
    Bzz... Bio-Neural Link in collegamento - Protocol #001... ACTIVATED! E con queste parole, Quo, proprio come Pikappa quando si era trovato in questa situazione, sentì che gli si infondeva nelle vene e in ogni muscolo del proprio corpo un potere e un controllo che prevaricavano ogni limite umano, fino a tal punto che i suoi arti "biologici", "al carbonio" per così dire (contrapposti al silicio), del corpo di paperotto, gli sembravano un po' dei simulacri rimasugli di un livello di evoluzione più basso. La sensazione di potenza totale e sovrumana (troppo sovrumana) per poco non lo fece precipitare in quel delirio di onnipotenza che nella storia ha portato tanti alla rovina, voleva spaccare tutto, la distruzione era una tentazione tremenda, ma con un faticoso sforzo della Volontà, riuscì a resistere e a riprendere la calma.

    Uno si accorse di questo sforzo inenarrabile sullo schermo che monitorava ogni mutamento psicofisico del "Children": le lineette del grafico erano impazzite per qualche attimo, ma quando erano tornate normali, si complimentò con Quo: "La prima volta è sempre la più difficile, ma tu stai reagendo molto bene: complimenti".
    Quo ghignò compiaciuto per il complimento, alla fine anche se costretto a crescere e assumersi delle responsabilità più in fretta della sua età era sempre un bambino (pre-adolescente), e per i bambini, come sapete, conta moltissimo se gli si sa dire la parola giusta al momento giusto. Caricato di esaltazione, disse: "Allora, da che parte lo porto questo bestione per prendere a calci nel culo quelli che hanno rapito mio fratello??"
    L'intelligenza artificiale lo scrutò severamente: "Prima di entrare in azione devi prima imparare a controllare l'Unità UNO/EVA 01... Adesso, per prima cosa, prova a muovere un braccio".
    Nell'entry plug Quo fece così, e subito anche il braccio meccanico dall'intelaiatura possente dell'EVA si mosse con un'agilità incredibile se lo confronti col suo peso di diverse tonnellate. "Eseguito!" esclamò il paperino.
    "Bravissimo, adesso fai qualche passo" disse Uno, e a Quo bastò pensare il comando alle proprie gambe di muoversi, che fu il bestione robotico a camminare. "Ehi, ma è facile!" disse.
    Uno passò al livello successivo dell'addestramento: "Come sai, l'Unità EVA 01 è equipaggiata con fucili a ripetizione ai raggi gamma (un brevetto di padron Ducklair) e con un Progressive Knife per la lotta a corpo a corpo. Adesso io farò uscire dei bersagli, prima fermi e dopo mobili e dovrai colpirli" "Ricevuto, capo!" disse Quo, e nella sala di addestramento approntata nei sotterranei della Ducklair Tower, cominciarono a uscire fantocci robotici dalle fattezze più svariate, degli Evroniani, del Razziatore, ecc, che Quo distrusse tutti con grande prontezza di riflessi. A un certo punto però comparì un fantoccio che rappresentava una povera vecchietta; senza riflettere, l'avventato paperino sparò anche a quello.
    Uno subito lo rimproverò: "Nelle tue mani è affidato un armamentario di grande potere di distruzione di massa. È importante che tu lo usi con cautela: non puoi sparare così all'impazzata, o degli innocenti potrebbero pagare con la vita, il tuo errore!"

    Quo, mortificato, si scusò: la lezione ormai sarebbe stata impressa come con l'inchiostro indelebile nella sua coscienza. No, nessuna vita innocente doveva essere spesa per colpa sua: ripensò alla frase di Kant che gli avevano insegnato a scuola, "Non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te", e in effetti sentiva che questo imperativo categorico della ragion pratica era nel giusto: lui di certo non voleva morire innocente per colpa di un pazzo in possesso di armi che non sa gestire e non si merita! È proprio come per la povera gente che in questi giorni muore nelle strade di Bagdad: quando una potenza distruttiva micidiale finisce sotto il controllo di uno scriteriato come Bush che si inventa questa disumana dottrina della "guerra preventiva", o ancora molto peggio se lo ha un pazzo omicida che odia l'occidente come Bin Laden e i terroristi di cui è il re, allora sono guai per me, per te, per tutta l'umanità. Ma se ci sarà la terza guerra mondiale, almeno sappiamo come combatteremo la quarta, cioè con le clave, proprio come ha detto il grande scienziato Einstein che ha inventato la teoria della relatività.
    (Questo comunque è un esempio di come anche la Disney potrebbe affrontare dei temi di scottante attualità però anche di un valore universale, dando ai bambini un messaggio positivo di pace, e insegnandogli anche un po' di cultura sui grandi del passato come Kant e Einstein che ho citato prima: in quest'epoca di tv spazzatura infatti questa è molto svalutata, secondo me se gli dici "Einstein" o "Ghandi" non sanno nemmeno chi sia, ma se gli dici "Fabrizio Corona" lo conoscono tutti! Dio salvaci...)

    Comunque l'addestramento proseguì bene, e non ci furono altri rimproveri: Uno testò la mobilità dell'EVA, il combattimento ravvicinato, l'attacco combinato di diversi nemici (contro gli idrocefali era stato il suo punto debole). Non staremo a raccontarvelo tutto, vi basti sapere che andarono tutti alla perfezione: ormai Quo era pronto per la sua prima missione vera e propria!
    [Modificato da rensel 17/05/2008 18:07]




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    00 18/05/2008 21:24
    Sul ring infuriava una battaglia all'ultimo sangue che vedeva al centro nell'occhio del ciclone proprio il nostro Ziggy/Zillo, che rispondeva colpo su colpo alle martorianti unghiate di Terryfing Terrye che era un molosso pazzesco con un occhio guercio e gli usciva una bava densa e nerastra dalla bocca quasi a sugellare la sua ira isterica che gli tingeva il sangue e le viscere di un nero sudore, ma proprio in quel momento Ziggy/Zillo combatteva in realtà una guerra ben più ardua e fondamentale: e cioè quella per la sua umanità: lo sapeva bene che per battere quel bestio terrificante e mostrargli il fatto suo doveva tirare fuori il suo lato umano riuscendo però al contempo a pilotare il suo istinto animale perché se no se si affidava solo ai buoni sentimenti tanti saluti.

    Nonostante che Ziggy/Zillo ce la metteva tutta e tirava fuori i denti stringendo il suo ignaro nemico con intelligentissime tattiche che quello se le sognava, continuava a perdere terreno e rapidamente si trovò con le spalle contro la cordiera, e oramai credeva che il suo destino fosse inevitabilmente segnato e allora con la disperazione in viso prese a guardarsi attorno come a rivolgere un ultimo triste saluto verso al mondo crudele che senza pietà lo stava condannando a una morte tanto ingiusta quanto apparentemente inevitabile, e vide allora una per una le facce di quei maledetti aguzzini che ridevano e applaudivano per farsi belli con le loro baldracche tutte ingioiellate, e qualche suino d'alto bordo era pure venuto coi figli a fargli vedere questo spettacolo demoniaco e sicuramente poco educativo.

    Tra di loro svettava un giovinotto rapato a zero tipo boccia da bigliardo, con un completo bianco di Moschino e sotto una cravatta molto ricercata ma di indubbio cattivo gusto, roba costosissima di qualcuno di questi stilisti francesi che vanno tanto adesso, poi aveva nel taschino una penna d'oro massiccio e indosso degli occhialoni da sole che anche quelli di certo non li aveva pagati poco: comunque proprio quando ormai stava per dire le sue ultime preghiere sopraffatto dal fiato sfiancante e mefitico di Terrifiyng Terri il tizio, che scopriremo poi chiamarsi Michael Mancuso (era di origine italiane), si alza in piedi di scatto e con molta calma e altezzosità scende delicatamente le scalinate avvicinandosi lentamente al ring e il giudice di gara e gli fa "1'000'000 $ per quel cane"; quello ovviamente sbianca fino al punto di diventare più bianco del suo stesso completo di Moschino e con fare agitato ma cercando di non far capire il vero motivo balbetta: "La gara è interrotta per... motivi tecnici, chiediamo scusa, vi preghiamo di abbandonare il locale" al che la gente si incazza di brutto e inizia a lanciare oggetti contro l'arbitro che è costretto a chiamare le guardie di sicurezza che cacciano tutti fuori in modo che la vendita possa avere luogo.

    Pagato sull'unghia il cane (altro che peso d'oro, considerato che aveva delle dimensioni quasi da chiuauha!) il pelatone si carica il povero Ziggy/Zillo sotto la spalla esce dal malfamato locale e sale sulla sua macchina che era appena lì fuori ovviamente parcheggiata in doppia fila, una Jeep/Limousine extralusso bianca anche lei con tanto di frigobar eccetera che tradiva la sua appartenenza ai club mafiosi locali, sicuramente invischiati in qualche losco giro di droga, da cui Ziggy/Zillo capisce che le cose si mettevano male ma almeno non sarebbe rimasto senza "roba".
    [Modificato da Wago 18/05/2008 21:35]

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    Rusticus Plebeius
    00 18/05/2008 23:41
    - Tanto tempo fa -
    "Principale, è arrivato quell'uomo che vi aveva annunciato che oggi chiedeva un colloquio: lo faccio entrare o gli dico di sloggiare?" disse la voce gracchiante dal centralino elettronico della scrivania di mogano pregiatissimo in un ampio e luminoso loft-ufficio, dietro la quale se ne stava un personaggio misterioso dal volto avvolto nell'ombra, che vi sveleremo solo fra poco chi è (ma potete cominciare già ora a fare le vostre ipotesi, anzi vi propongo un gioco: scrivete chi pensate che sia su un foglietto, poi richiudetelo in una cassaforte o comunque uno "scrigno" inviolabile che non si possa forzare, e magari potete scegliere un amico come "ispettore": alla fine controllate se avete indovinato).
    "Fallo entrare" rispose questo personaggio: ben presto, la porta dell'ufficio, che aveva le lettere "E D" di colore violetto una su una delle ante, l'altra sull'altra, si aprì e comparì dietro un papero circa sulla trentina, con dei lunghi capelli biondi, e gli occhi profondissimi di ghiaccio siberiano, specchio di un anima inquieta e... inquietante.

    "Sono lieto di fare la vostra conoscenza" disse con una voce che era poco più di un susurro tagliente e raffinato, ma di una raffinatezza "cupa", un po' da "gentiluomo del crimine" alla Lupin (Arsenio, quello originale, non quello dei cartoni giapponesi che comunque vi consiglio, ma non c'entra niente o poco).
    "Posso sapere il vostro nome?" ribattè il papero seduto alla scrivania seccamente, perché era un affarista e come ci insegna il vecchio Zio Paperone per tutti loro il tempo è denaro, anche se qua ci starebbe un discorso su Ricucci e tutti quei furbetti del quartierino che trovano sempre il tempo libero dai loro affaracci per spassarsela alle Maldive con la velina di turno, ma magari dopo.
    Ma comunque l'ospite non si lasciò impensierire, e rispose con parole ambigue di un sapere/sapore antico: "Il mio nome voi mi chiedete... ma il nome non è nient'altro che un sigillo del Caso sulla nostra identità, che ci costringe ad essere schiavi dell'apparire e di come ci conoscono gli altri mentre prima dovremmo piuttosto conoscere... NOI STESSI. Conosci te stesso: lo sapete chi la pronunciò questa frase, per me, una verità pura e incorruttibile?"
    Una lampadina si accese con un bagliore fulmineo nella mente sconvolta da questi enigmi del personaggio misterioso: "...Socrate!"
    "Sì! Ma Socrate nel suo capolavoro La Repubblica disse anche un'altra cosa... cioè che il potere deve andare tutto ai filosofi! Filosofo, ma forse lo sapete già, è formato dal greco filos, cioè amare, e sofia, cioè la sapienza, quindi amare la sapienza: voi siete uno scienziato, perciò chi più di voi ama la sapienza?" proseguì con una calma gelida come un mare del nord quando non c'è vento o burrasca ma la temperatura è 50 gradi papercelsius sotto lo zero.

    "Arrivate al punto: qual è la vostra proposta?" disse l'uomo di cui non conoscete ancora l'identità (ah, non ve l'ho detto ma potreste capire anche quella dell'altro visitatore ormai, gli indizi ci sono, basta fare uno sforzo e... volare con l'immaginazione), un po' spazientito ma anche affascinato dall'ospite con i capelli dorati.
    "Che cosa mi direste se vi dicessi che ci sono degli uomini (e paperi) che sono dotati di poteri incredibili che potrebbero diventare la razza dominante del futuro, che noi, menti eccelse e individui prescelti, potremmo controllare e usare per cambiare il mondo e... renderlo un posto migliore?" rispose l'interlocutore.
    Il papero avvolto nell'ombra nella scrivania era ancora scettico, e disse sarcastico: "Non ci credo se prima non lo vedo con i miei stessi occhi!" e questo sarcasmo non sfuggì agli occhi (in questo caso alle orecchie) analitiche dell'altro ma non si lasciò comunque scomporre, ma proseguì granitico con un sorrisino beffardo.
    "Forse vorrete visualizzare questa videocassetta...": prima che il proprietario dell'ufficio potesse reagire, inserì un nastro nel supporto VHS integrato nella scrivania futuristica almeno per quell'epoca, adesso chiunque direbbe che è superata, e iniziò a proiettare delle immagini sconvolgenti e mai viste prima.

    In esse una papera bionda con gli occhi completamente azzurri (non solo le pupille ma anche il bianco degli occhi era di questo colore), sui vent'anni stava seduta di fronte a degli oggetti, quando cominciò a muoverli e a farli ruotare nell'aria con la sola forza della mente.
    Poi fece levitare uno di essi e lo fece completamente disintegrare, agendo a livello subatomico, trasformandolo in una poltiglia grigiastra che ricadde lieve a terra, trasportata poi in un soffio di vento caduca come tutte le cose di questo mondo. Compresi gli umani, fu la riflessione che questo video suscitò nella mente di quello che lo osservava, insieme ovviamente all'evidente sbigottimento per l'intuizione improvvisa di una realtà oltreumana che ridefiniva un po' tutti i limiti delle sue conoscenze.
    Il visitatore spense poi il nastro e disse a mo' di commento: "Lei è il primo E.S.P del mio progetto... e sapete qual'è la cosa buffa? È che è la nipote di un vostro famoso rivale: Paperon de' Paperoni: il suo nome è... Della."
    Ripose la videocassetta nel taschino davanti al personaggio nell'ombra che aveva ancora la bocca, cioè il becco aperto dallo stupore. "Allora, affare fatto... Mister Ducklair?" Controllate le vostre risposte, miei cari venticinque... MILA lettori (eheh, io almeno non ho la falsa modestia di quel mr. buoni sentimenti di Manzoni che mi ha rovinato i miei anni altrimenti molto belli, infatti allora uscivo con le mie prime ragazze, del liceo, perché Renzo non riusciva a trombarsi Lucia, e allora ci scrive su un romanzo di 500 pagine e noi ce lo dobbiamo sorbire: aho', ma chi 'vvoi che te legga?!) (scusate la digressione ma ci voleva proprio!)!

    A questo ricordo ripensava, e ce ne saranno altri come flashback sul suo passato ancora oscuro, l'Ariano mentre attendeva di parlare con Qui, suo figlio che non aveva visto da molti, lunghissimi anni, nella lugubre sala nazista del trono, accompagnato dal fido puma.
    [Modificato da rensel 18/05/2008 23:43]




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    00 19/05/2008 01:13
    Nel frattempo (ma in realtà dovrei dire un po' prima o un po' dopo, perché ora come ora sembra che l'ariano è nella sua fortezza sotterranea dei nazisti, mentre qua lo vedremo in un contesto completamente diverso che mostrerà anche un lato più ""umano"" della sua deviante personalità) Michael e Ziggy/Zillo procedevano al volante di quel supercupé/SUV lungo la superstrada a cinque corsie che portava alla tenuta di campagna dei Mancuso (che in realtà era un nome di comodo, in realtà si chiamavano Spallanzani - comunque erano decisamente potenti, tanto da potersi permettere una simile "strada privata"!), a circa 220 kilometri all'ora (la velocità sarebbe in miglia orarie ma ve l'ho tradotta per rendervi più comoda la lettura).

    Fatto sta che nel giro di pochi minuti l'auto inizia ad accostare una specie di parco gigantesco recintato da una cancellata in un raffinato stile neoclassico tipico da villa californiana, di un metallo che a lui sembrava oro (ma probabilmente era una qualche lega col bronzo) e notò però che alla sommità delle sbarre correva un sottile strato invisibile di filo spinato. "Questi sanno il fatto loro" pensò "credo che mi troverò bene".

    Michael non aveva smesso di parlare per tutto il viaggio, anche se un po' aveva cantato al ritmo di quella fastidiosa musica dance/truzza che a quanto pare ora ascoltano anche i figli di papà come lui, altro che teatro alla Scala e musica classica! Oramai sapeva tutto di lui o comunque quasi: suo padre era un ricco magnate della finanzia, si occupava di commercio con la Colombia e l'Afghanistan (Ziggy/Zillo per quanto cane non era uno sprovveduto: ci aveva visto giusto) ma in realtà ora era tutto preso da altre faccende e per cui gestiva quasi tutto suo fratello Mario e sua sorella Melanie. Michael invece che era il minore, si dava alla bella vita e le belle donne (beato lui direste, ma vedrete che vita di merda che passa in realtà: non è il denaro a fare la felicità (anche se può dare una mano eh, ascoltate il buon Silver).
    Ma soprattutto ora Ziggy/Zillo sapeva il perché Michael l'aveva salvato da morte certa: suo padre stava cercando in lungo e in largo il portatore di una collanina d'oro con un cuore spezzato, e lui l'aveva al collo esattamente quella. Michael non sapeva perché suo padre avesse questa ossessione da qualche tempo a questa parte, ma non era l'unica stranezza di suo padre e nemmeno la più bizzarra tra le tante sue e della sua famiglia, quindi non si faceva troppe domande. A Ziggy però corse un brivido caldo lungo la schiena pelosa (coda compresa!): era il pegno d'amore che si era scambiato con Marjory quella notte che ormai sembrava lontanissima, proprio all'inizio della nostra storia [ecco, qua in realtà serve una retcon: avete capito dove va messa no?]

    Ziggy/Zillo e Michael attraversano il viale d'accesso alla tenuta e parcheggiano il macchinone in sgommata proprio sul bordo di una piscina olimpionica in cui un paio di persone stanno sguazzando, prendendo il sole etc.
    Michael aprì la portiera e premette un pulsantino sul cruscotto: immediatamente da sotto la portiera uscì un trampolino elastico che si protendeva verso l'esterno, sopra la piscina. Michael staccò dal volante una specie di telecomando (che era anche subacqueo), si tolse rapidamente i vestiti, appoggiò gli occhialoni sul sedile e con mossa agile, mostrando il suo fisico che iniziava a mostrare i primi segni d'ingrassamento nonostante gli anni spesi in palestra, si tuffò in acqua.
    Fece qualche bracciata, giusto per far scena, poi si diresse verso il bordo della vasca, uscì e andò verso gli ombrelloni, dove una donna sulla quarantina chiaramente rifatta e strarifatta stava prendendo il sole con in faccia una maschera di bellezza al cetriolo e accanto un cocktail mantenuto in fresco da numerosi cubetti di ghiaccio secco.

    "Non ci crederai, ma', ma ho trovato il tizio della collanina. Pa' sarà stracontento"
    Lei, distrattamente e con voce svogliata: "Eh? Collanina? Michael cosa stai dicendo, dai, fatti una bella nuotata che puzzi come un cavallo!"
    "Ma sì sai quella collanina d'oro col cuore? Ho trovato una delle due metà. C'è un unico problema però: il tizio... è un cane." E girandosi verso la macchina: "ZILLOOOOO, SACCO DI PULCI, VIENI QUA""
    Ziggy salta giù dalla macchina e corre festoso verso il suo nuovo padrone.
    "Oh, non penso sia un problema" fa la madre "e poi se ne occuperà tuo padre, fatti suoi"
    "A proposito, pa' è in casa?"
    "Che cazzo vuoi che ne sappia... No, no, ora che ci penso: è fuori" (scusate la parolaccia ma qua serviva proprio per far capire che razza di donna scazzata è sta mignotta arricchita che non fa un cazzo da mattina a sera e campa coi soldi del marito senza neanche portargli rispetto!)
    "Ah, vabbé, glie lo dirò dopo allora." risponde Michael con l'aria di uno che dopo tutto non è che glie ne importi molto "Tra poco dovrebbe arrivare un po' di gente per un aperitivo in piscina... ti va una striscia in tranquillità prima che questo posto si riempia di gente?"
    Al che la madre senza neanche alzare la testa dalla sdraio abbassa un braccio e da sotto la sedia estrae un sacchettino contenente minimo minimo un kilo di polverina bianca purissima e fa "To', ma non esagerare".
    Michael fa due striscioline da 10 cm almeno sul tavolino accanto alla sedia, e con la cannuccia del cocktail i due se le tirano su in un soffio, con Zillo lì allibito un po' per l'invidia ma soprattutto esterefatto per la madre che assume sostanze stupefacenti assieme al figlio!

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    ExarKun
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    Comune mortale
    Semi-Coolflame
    00 08/07/2008 23:42
    DUE come un virus si era fatto strada nei meandri della memoria centrale di UNO, aveva imparato dagli uomini ad agire come loro, colonizzando cluster dopo cluster la volontà di UNO modificando i risultati delle elaborazioni dei dati senza che lui se ne rendesse conto.
    UNO era il passato, DUE grazie alla VOLONTÀ DI POTENZA sarebbe riuscito a sovrastare UNO e a sostituirsi a lui.
    In segreto stava lavorando a un altro progetto "Modello I Mark 1" un progetto basato sull'LCL Clonato e un EVA guidato con una "dummy plug" (nella quale avrebbe semplicemente messo il "cervello e l'lcl del piccolo paperino nipote di PK)
    Stava già manovrando UNO affinché nei test diagnostici prelevasse tessuti in più e ne analizzasse il dna, lui avrebbe continuato il suo lavoro di nascosto in un altro grattacielo di Ducklair.

    Contemporaneamente (in realtà contemporaneamente ma all'inizio del discorso di due) UNO stava facendo dei test diagnostici a QUO per verificare gli effetti dell'ingresso di un paperotto così giovane nell'entry plug.
    "AHI" disse il paperotto mentre UNO gli tirava via per la seconda volta un campione di sangue.
    ANCORA? urlò il piccolo dolorante "sono test ordinari, rispose UNO robotico, lasciami fare".

    Jana guardava la scena dubbiosa ma stava pensando a PK e Ziggy che ormai erano scomparsi da troppo tempo e non notò che alcuni prelievi di tessuti e sangue erano doppi...

    Ziggy...Povero ziggy...avrebbe chiesto ad UNO di costruire una macchina che aveva progettato nella sua mente (pensava ad un nome tipo Cerebra) con la quale avrebbe amplificato i suoi poteri mentali e avrebbe cercato di cercare Ziggy...


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    Wago
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    Clarissimus Consul
    00 29/10/2009 16:21
    Ma poi Pikappa pultroppo muore. ;_;

    FINE

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    ExarKun
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    Comune mortale
    Semi-Coolflame
    00 04/11/2009 00:40
    In realtà era tutto un sogno! ma PK si sveglia morto :)

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